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I Popolari-Liberali
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TERMOLI _ Nel decennio1960 – 1970, grazie alla lungimiranza, capacità e dedizione di politici molisani quali Girolamo La Penna, Florindo D’Aimmo e Giovanni Di Giandomenico e l’apporto determinante dell’allora Ministro per il Mezzogiorno Pastore , nonostante l’ostracismo di tutti i paesi limitrofi, fu ideata ed attrezzata in brevissimo tempo l’Area Industriale del Basso Molise, in Contrada Pantano Basso. Fino al 1986 l’area fu completamente urbanizzata con criteri moderni  che ne hanno fatto un modello a livello nazionale, attirando importanti e significativi insediamenti industriali e trasformando l’economia dell’intero Molise da prevalentemente agricola ad industriale, con un contemporaneo sviluppo del terziario. Dopo il 1986, anche per l’azione non certo irreprensibile di amministratori e dirigenti, pessimi servitori di quelle strutture pubbliche che rappresentavano, è iniziata una inarrestabile inversione di tendenza, con  un rallentamento prima delle richieste di nuovi insediamenti per arrivare successivamente alle prime dismissioni. Le aziende venivano condizionate anche nelle scelte più prettamente aziendali, si è ampliata  la struttura organizzativa del Consorzio,  sono aumentati a dismisura i compensi per amministratori , dirigenti  e collaboratori esterni con la conseguenza che il costo dei servizi , forniti alle aziende insediate nell’area, sono andati man mano lievitando fino a raggiungere livelli insopportabili. Si pensi ai gettoni di presenza pari ad euro 400,00 per ogni singolo componente del Comitato di Gestione.

Comitato di Gestione chiamato ad esprimersi anche su problematiche che potrebbero e dovrebbero essere di competenza della struttura.  Comitato di Gestione convocato anche con cadenze bisettimanali con durate molto spesso inferiore all’ora e con il trattamento di un solo argomento di quelli messi in agenda. Sembra che a questi comitati partecipino anche i tre membri del collegio sindacale che dovrebbero parteciparvi solo per questioni di bilancio. Argomenti portati all’attenzione del  comitato  contingentati per far  aumentare il numero delle sedute così che i gettoni di presenza diventino uno stipendio mensile per ogni componente. Per le aziende insediate oltre al danno di doversi sobbarcare tali costi, anche la beffa di vedersi ritardare il rilascio di  permessi o  pareri. Non ci si può meravigliare, a fronte di questi lauti compensi se, si istituzionalizzi l’esodo volontario “offrendo” , senza alcuna necessità, ad alcuni dipendenti centinaia di migliaia di euro. E’ ancora più grave se ad utilizzare tale improprio istituto sia qualche dipendente che ricopre ruoli istituzionali di un certo livello.

A fronte di questi sprechi si apprende che il Consorzio, per mancanza di fondi, avrebbe negato un contributo alla Fiat per la realizzazione di un parcheggio, all’esterno dell’area di proprietà, e quindi utilizzabile da tutti. E sappiamo come questa mancanza di rispetto verso un’azienda così importante potrebbe influire negativamente su alcune scelte future. Si apprende anche che il Consorzio nel mese di Agosto 2011 sarebbe stato in difficoltà nel garantire lo stipendio ai propri dipendenti e che lo stesso potrebbe riverificarsi nel mese di Dicembre. A questi problemi si porrà certamente rimedio, come normalmente accade, aumentando i contributi da parte delle aziende insediate.

Queste le cause endogene , quasi tutte legate alla politica, che stanno determinando la crisi del Nucleo Industriale. A queste vanno aggiunte quelle esogene, legate alla crisi nazionale ed internazionale, che stanno favorendo l’insediamento delle aziende nell’Est Europeo , nell’Estremo Oriente (Cina ed India) o in Sud America.

La realtà è sotto gli occhi di tutti: non solo non vi sono nuove attività industriali da insediare all’interno del Consorzio, ma molte sono quelle dismesse o in crisi. Hanno chiuso i battenti la Prefim, Cisam, Smit Molise, la Geo impianti, la Metalvuoto, la Cmm ed altre, mentre la Guala ha spostato alcune produzioni al Nord, la Campari ha spostato sempre al Nord tutta l’attività. Altre, nonostante i finanziamenti regionali, non hanno riavviato la produzione (Conservificio) o continuano a non pagare  agricoltori e autotrasportatori (Zuccherificio) riversando sulle loro spalle le disfunzioni aziendali, altre ancora sono in profonda crisi e non sappiamo del destino della Fiat, che ha spostato la produzione dei nuovi propulsori in Polonia ed in Brasile. Questa crisi si riverserà anche in altri settori produttivi – pesca ed agricoltura – ed influenzerà negativamente il commercio.     Sarà la morte definitiva dell’ intera  Regione.

Nulla possiamo fare per eliminare gli effetti delle cause esterne, legate al macroambiente, ma molto possiamo fare per ridurre l’impatto delle cause interne. Il primo indiziato è la politica che deve necessariamente fare molti passi indietro.
Noi – Popolari  Liberali –  proponiamo alcune soluzioni:

  1. La gestione di tutti i servizi del Nucleo, che è attualmente l’attività prevalente , deve essere sottratta al Consorzio, e quindi alla politica, e riservata al “Condominio” costituito da tutte le aziende operanti nell’area, compreso il Consorzio per i lotti non edificati. A parte le economie, che possono servire per il rilancio delle aziende, si ha una maggiore sicurezza perché sappiamo come gli Enti pubblici preposti, siano zelanti nei controlli quando a gestire tali servizi sono le Istituzioni Private;
  2. Il Consorzio deve operare una drastica cura dimagrante non “rimpiazzando” il personale man mano che questo viene posto in pensione. Occorre ridurre al minimo le costosissime consulenze esterne;
  3. La gestione dell’Ente potrebbe essere riservata ad un solo Responsabile eliminando gli inutili comitati di gestione, utili solo a mungere questa mucca, non più grassa, rappresentata dalle aziende residue operanti nel Nucleo. Questa persona dovrebbe essere scelta per la sua onestà, capacità, competenza e dalla analisi del sangue dovrebbe scaturire una forte presenza di sale marino delle spiagge di Rio Vivo, San Pietro o Sant’Antonio. Solo un Termolese, innamorato di Termoli, potrebbe risollevare le sorti del Nucleo. E’ frustrante la situazione determinatasi in questi ultimi anni: a gestire il Consorzio può essere un cittadino qualsiasi, magari facente parte di quelle comunità che più avevano osteggiato la nascita e lo sviluppo dell’area industriale purché non  termolese. E’ come se in un appartamento tutti gli estranei comandano escluso il padrone di casa.
  4. Se non si opereranno tagli, tra i quali quelli proposti, occorrerà adottare la soluzione drastica dello scioglimento del Consorzio. Questa struttura è ormai anacronistica non essendovi più finanziamenti nazionali o internazionali da gestire  per la realiz-zazione delle infrastrutture. La loro gestione sarebbe così riservata ai comuni nei quali ricadono  le varie attività produttive, come già  per aree analoghe riservate ad attività artigianale o a medie e piccole aziende (zone PIP).
  5. Occorre opporsi, con tutte le forze , all’ultima invenzione della Regione. Si deve evitare una gestione unitaria di tutti i consorzi industriali del Molise. Se ciò dovesse accadere sulle  poche aziende rimaste in attività, nel nucleo industriale di Termoli, verrebbero riversati i costi di gestione di tutti gli altri consorzi molisani anch’essi  in profonda  crisi. Occorre spezzare definitivamente questa filiera istituzionale, già monca,che sta provocando solo danni a Termoli ed al Basso Molise.
  6. Quella stessa classe dirigente regionale  che con la sua  politica sanitaria ha prodotto nella Regione Molise l’aumento dell’accise sui carburanti e la addizionale Irpef.Come fanno ad atterrare nella Regione Molise ed a Termoli altre iniziative industriali? E come fanno quelle esistenti a restare? Occorre che la politica restituisca il maltolto eliminando tutti i privilegi da Lei creati per salvaguardare il posto di lavoro per migliaia di operai.
  7. Essendo l’argomento di interesse generale la presente sarà inviata anche ai Consiglie-ri Comunali  di Termoli, ai Consiglieri Provinciali ed a quelli Regionali per gli opportuni e dovuti interventi di competenza.

 

Il Coordinamento Cittadino
dei Popolari Liberali
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