TERMOLI _ Il Comune di Termoli uscirà dal Consorzio industriale Valle Biferno. All’indomani dell’elezione di Luigi Mascio, sindaco di Portocannone a Presidente del Cosib, il centrodestra della cità sta valutando di dire addio al polo industriale Valle Biferno. La nomina di Mascio di ieri l’altro è avvenuta nel corso dell’Assemblea generale dell’ente consortile. Di Brino durante la votazione si e’ astenuto perche’ non concorde con la ”leaderhip” del primo cittadino portocannonese visto che gia’ lo scorso anno era stato protagonista di una guerra giudiziaria a seguito del suo incarico contestato davanti al Tar ed al Consiglio di Stato dalla Provincia di Campobasso e dallo stesso Comune termolese. Secondo Di Brino il Presidente del Cosib deve essere espressione dell’Amministrazione della citta’ adriatica in quanto il 95 per cento dell’area produttiva risiede sul territorio cittadino.
Sulla vicenda sono stati convocati per la mattinata di lunedi’ 12 marzo i capigruppo di maggioranza al fine di acquisire determinazioni riguardanti la situazione del Consorzio. Dunque l’Amministrazione termolese non sembra abbia “digerito” affatto la nomina dell’Amministratore proposto ancora una volta dai Sindaci del Basso Molise facenti parte dell’Unione dei Comuni del Basso Biferno nonostante non appoggiato dal Comune di Termoli e dallo stesso Pdl che, in più riunioni, aveva stabilito un altro nome, ovvero il Presidente del Consiglio della città Alberto Montano che, però, non è stato tirato in ballo durante l’Assemblea generale in quanto il Sindaco di Termoli Antonio Di Brino, il Presidente dell’Azienda autonoma Bruno Verini, il Comune di Petacciato e la Provincia di Campobasso si sono astenuti senza indicare alcun amministratore locale. Sembra, infatti, che le intenzioni dei sindaci di Campomarino, San Martino in Pensilis, Guglionesi, San Giacomo degli Schiavoni ed Ururi fossero già note.
Lo stesso Di Brino sembra fosse a conoscenza del progetto studiato a tavolino dagli amministratori costieri. E, di conseguenza, non hanno voluto “giocare” sul tavolo del Cosib preferendo lasciare campo libero a Mascio il quale non ha avuto rivali nella elezione. Nel momento in cui Cammilleri ha ufficializzato la “nomination” del primo cittadino di Portocannone, i quattro non hanno partecipato al voto. Mascio, dunque, nonostante la battaglia a colpi di ricorsi e la guerra dichiarata da alcuni enti non si è arreso ma ha voluto fortemente la “poltrona” del Consorzio che, però, non ha portato bene al predecessore, Antonio Del Torto, arrestato nell’ambito dell’Operazione del Noe di Campobasso Open Gates.
La poltronissima dell’ente, richiestissima, è stata fortemente voluta da Mascio che l’ha “assaggiata” durante la sua “reggenza” e non ha più voluto mollarla. Il Pdl locale unitamente alla maggioranza comunale, domunque, non sembra intenzionato di restare con le mani in mano. Intanto sulla vicenda ieri è intervenuto il Presidente della Regione Iorio che ha sottolineato come il suo intervento sia stato di creare maggior coesione possibile nella delicata questione.
che delusione!
Chiaro esempio di Democrazia, secondo una concezione particolare di giudicare. Nella normalità non si fugge/ diserta/abbandona quando non si raggiunge il proprio scopo, ci si confronta ed eventualmente si COMBATTE LEGALMENTE per difendere le proprie tesi.
come diceva il più famoso…
ma che bella figura di m….
in democrazia il governo è espressione della maggioranza dei cittadini, tutti i cittadini, compresi quelli di termoli.
è ufficiale Termoli è fuori dal COSIB
bravo sindaco
Ora un’azione giudiziaria per delegittimare il cosib come ente con funzioni di programmazione territoriale senza il comune di Termoli.
Diffidare il Cosib dal fare qualunque delibera che coinvolga il territorio di Termoli.
Il Cosib non può fare nulla contro il Comune di Termoli, questo è il principio su cui bisogna lottare.
Finalmente il Sindaco a tirato fuori le b….alle.
Tutti i sindaci con diritto di voto avevano proposto al sindaco di Termoli la nomima di un professionista termolese di indubie capacita’ e di carisma, che lo stesso Di Brino avrebbe voluto come assessore esterno. Erano certi che Di Brino avrebbne accettato. Invece il caro Sindaco si e’ trincerato dietro “montano o morte” e ha avuto la morte.
fatto grave
Se è vero quello che dice Gianni Barba il fatto è grave. Denota che il nostro sindaco manca di capacità di mediare, in altre parole, manca di capacità politica. Resta comunque il fatto che la logica della rappresentatività non può prescindere dal criterio della proporzionalità. Cioè ognuno deve avere rappresentanza in proporzione alla quantità di territorio ricompreso nel nucleo industriale. Quindi al di là di ogni considerazione su come è stata condotta la questione, bene ha fatto il sindaco a far saltare il tavolo. Perchè non è logico che l’ente che detiente il 95% del territorio debba essere subordinato a chi ne detiene il 5%.
Ho letto altri interventi in giro per il forum, alcuni mettono sul piatto della bilancia l’inquinamento e l’esposizione di questo o quel paese ai miasmi del nucleo. Questo non c’entra niente. Le fabbriche del nucleo non devono inquinare, se no si fanno chiudere dai magistrati. Ci sono parametri rigorosi spetta ai sindaci farli rispettare se non vengono osservati. Non può essere una pretesa per avanzare diritti.E’ come dire se faccio un’arrosto in giardino e il fumo va dal mio vicino, non è che gli dò il diritto di gestire il mio giardino. Non ha senso.
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Non c’entra niente l’inquinamento??????? E di che cosa staremmo discutendo allora? Delle beghe da quattro soldi dei politici e politichelli locali? Le posso garantire che se non fosse in gioco l’argomento salute la discussione non sarebbe cosi’ appassionata, almeno per quel che mi riguarda. Riguardo alla sua affermazione secondo cui “le fabbriche del nucleo non devono inquinare, se no si fanno chiudere dai magistrati” vorrei chiederle: secondo lei gli scarichi delle chimiche, della Turbogas ecc. cosa contengono essenze di violetta di montagna? Sarei proprio curioso di sapere se lei avrebbe il coraggio di esprimere gli stessi concetti vivendo a quattro passi dalle ciminiere.