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TERMOLI _ Lo strappo si è ormai consumato. Irrimediabilmente! E per uno strano scherzo del destino si è consumato “nell’Auditorium della Conciliazione” ove si è tenuta la direzione del Partito. Non entro nel merito della vicenda personale e politica tra Berlusconi e Fini. Chi dei due ha ragione o torto a questo punto poco importa. Resta il fatto che davanti a milioni di italiani lo spettacolo del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Presidente della Camera dei Deputati ( cofondatori dello stesso partito) che si fronteggiavano l’uno dal palco e l’altro dalla platea come duellanti alla resa dei conti, non è stato francamente uno spettacolo edificante. Il fatto poi che la componente finiana sia fortemente minoritaria negli organismi del PDL nazionale è una non notizia, in quanto gia’ ampiamente nota agli addetti ai lavori. Il punto a mio avviso è un altro ed in prospettiva è molto più delicato e deflagrante.

Se proviamo infatti ad allargare l’obiettivo sul panorama politico più generale, ci accorgiamo che in assenza di una sinistra capace di riorganizzarsi nel breve periodo e di offrirsi come forza credibile di Governo, al di là del PDL esistono due soli punti di riferimento politico: quello costituito dalla Lega Nord, che ormai procede come un rullo compressore nelle zone più opulente del Paese e sta conquistando anche consistenti fasce di elettorato tradizionalmente di sinistra come in Toscana ed in Emilia Romagna; e l’altro, sebbene ancora in fase di rodaggio , che si va aggregando attorno a quel “Fare Futuro” di Luca Cordero di Montezemolo, il quale, lasciato l’impegno diretto quale Presidente della Fiat, si propone come interlocutore privilegiato di quell’area tradizionalmente moderata di “centro” che vedrebbe di buon occhio il definitivo superamento di questo anomalo bipolarismo “de noantri”, e quindi anche dei vari Casini, Rutelli e dello stesso Fini.

Se questo è in estrema sintesi lo scenario nazionale nel quale ci troviamo, penso che quello spettacolo che ho definito “poco edificante” della direzione nazionale del PDL possa aver di fatto rafforzato le spinte centrifughe, offrendo alla pubblica opinione la concreta idea che il triennio “riformista” sia partito con il piede sbagliato.

Le tensioni interne al partito di maggioranza relativa rischiano invero di fare da concreto supporto all’unico alleato del PDL e cioe’ proprio a quel Bossi che dalle colonne del suo giornale “La Padania” ha già posto il problema in termini ultimativi: o la riforma federalista dello Stato o le elezioni anticipate con il conseguente strappo dell’alleanza con il PDL. E se nel 2006 fu sufficiente l’on.Follini a produrre quell’irreversibile logoramento dell’ampia maggioranza politico parlamentare di allora tanto da diventare l’elemento determinante della sconfitta elettorale, è facile immaginare quali possano essere oggi gli effetti distruttivi dell’eventuale distacco di quello che oggi è il principale alleato di Berlusconi. Perché in politica si sa le cose cambiano rapidamente in ragione e proporzione di quello che è l’interesse primario dei partiti: rafforzare cioè la propria presenza nelle Istituzioni per determinare le scelte di Governo del Paese. Allora l’imperativo è categorico: o subito le riforme promesse o la parola, subito, al popolo sovrano. Perchè il tempo si sa è tiranno ed in politica lo è ancora di più.

Avv.Oreste Campopiano Segr.Reg.N.PSI –PDL Molise

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3 Commenti

  1. riflettiamo sulla politica locale
    Egr. avvocato, abbiamo capito benissiomo che Lei è un raffinato osservatore politico, Mi dispiace farle notare che non vediamo la stessa aculazezza e spontaneità di pensiero riguardo la politica locale, regionale e termolese. Per essere chiaro ed esplicito, Lei si defila elegantemente e non esprime giudizi riguardo a certe scelte a dir poco oscure, poco affini a criteri di legalità ecc.. ecc… In attesa di spiegazioni sincere e consone alla Sua raffinata ed elegante personalità Salutano cordialmente QUELLI CHE VOGLIONO CAPIRE DA CHE PARTE SI STA’ DA GRANDI

  2. Oreste caro, questa volta non hai studiato. Guarda che “fare futuro” non fa capo al “Luca Cordero di Montezemole-vien dal mare”, ma a Gianfranco Fini. Se poi al di là delle etichette pensi che il sig. “sotto-Fiat-vien dal mare” possa essere un riferimento in politica, hai proprio toppato. Mettiamo , anzi rimettiamo l’Italia in mano agli imprenditori, anche illuminati e …si potranno avare incentivi all’acquisto dell’auto, ma niente di più. E’ invece necessario tornare alla politica, nel senso più nobile di questa. La mia sarà un’utopia, ma almeno lasciaci sognare.

  3. ritenevo che l’ analisi del quadro politico nazionale fosse sufficientemente chiara e che il mio pensiero (condivisibile o meno poco importa) fosse altrettanto chiaro.La mia intenzione, sia detto per inciso, e’ solo quella di sollecitare un dibattito ,di parlare appunto di Politica “nel senso più nobile di questa” come dice Milite noto.Ma non ho mai espresso le valutazioni che quest’ultimo ritiene di attribuirmi. Forse è il caso che il Milite rilegga il testo dell’articolo e valuti in modo più aderente il significato.