
Senza dilungarci troppo, si potrebbe partire dagli anni ottanta, quando si insediò a Termoli il polo chimico, che in nessuna maniera si può coniugare con uno sviluppo turistico. Dove erano questi Signori che oggi strepitano? Forse in vacanza? Gli operatori turistici dell’epoca (che in gran parte sono gli stessi di oggi!) si sarebbero dovuti preoccupare allora dell’impatto ambientale sul territorio e delle ricadute che tali scelte avrebbero avuto sulle loro attività e magari allora attaccare le amministrazioni concretamente responsabili. Non ci risulta questo sia accaduto. Veniamo a un passato più recente, quando si è proseguito con tali scellerate scelte e si è deciso di piazzare a Termoli una centrale turbogas: dov’erano allora i rappresentanti di Confcommercio, Fiba-Confesercenti, Federalberghi, Consorzio turistico Acque Chiare? Assenti ingiustificati! Non risposero all’appello e né si unirono alla protesta, non si preoccuparono nemmeno di difendere le sorti delle piccole imprese turistiche che rappresentano. Questa sedicente “Legambiente” poi, che oggi si risveglia per attribuire vessilli neri, dove stava? Noi lo ricordiamo bene: era presente, con un suo esponente nazionale, in un convegno tenutosi al Consorzio del Nucleo Industriale, a dichiararsi sostanzialmente favorevole all’istallazione di centrali turbogas.
Per fortuna, bisogna dire, che oltre noi, c’erano qualche altra forza politica, i sindacati, i comitati civici, cittadini termolesi e dei paesi limitrofi, la provincia, la Coldiretti, la CIA, ecc., a lottare per difendere l’interesse e la salute pubblica dell’intera comunità, di conseguenza, anche gli interessi di imprenditori e commercianti che vivono di attività legate al turismo e che purtroppo sono rimasti a casa. L’epilogo di quella vicenda è purtroppo noto a tutti e il “mostro” turbogas da tre anni continua a mandarci inquietanti segnali di fumo, magari, se fossimo stati più numerosi nel portare avanti quella battaglia, l’esito non sarebbe stato scontato. In un passato più recente le acque del nostro litorale sono state scelte per l’istallazione di un impianto eolico off-shore e anche in quel caso c’è stato l’assordante silenzio delle citate categorie.
L’amministrazione era da sola ad opporsi strenuamente a questo progetto. Forse gli albergatori e i balneatori termolesi erano convinti che un ombrellone o una camera d’albergo con vista su pala eolica sarebbe stata fonte di qualche attrattiva turistica! Termoli, infine, risultava inclusa nell’elenco dei siti in cui realizzare una centrale nucleare, e anche qui il silenzio. Appena qualche mese fa si è svolto un consiglio comunale monotematico che si è espresso in maniera contraria all’istallazione di centrali nucleari a Termoli e su tutto il territorio nazionale, ma nessuno di questi rappresentanti era presente, quantomeno per conoscere le posizioni degli schieramenti politici sull’argomento o ha mandato a dire cosa pensasse. E oggi si riscoprono tutti contestatori! Riteniamo che la contestazione sia il sale della democrazia, ma questa ci pare davvero poco credibile, poiché proviene da chi si è davvero poco preoccupato dello sviluppo della nostra cittadina adriatica: martoriata, cementificata, stuprata e privata della sua potenziale vocazione turistica.
A rigor di logica, crediamo che la strumentalità di questa protesta risulti evidente non solo ai sottoscritti, ma anche a quella parte di città che oggi non si unisce al coro, ma è attenta e sa giudicare quello che accade e che è accaduto in passato. E’ evidente la mancata comunione di intenti tra amministrazione e operatori turistici (con forse qualche strumentalità politica di troppo!), soprattutto per quel che concerne i temi fondamentali che riguardano uno sviluppo ambientale e turistico sostenibili di Termoli. Di questo ce ne dispiace molto poiché, mai come adesso, sarebbe stato utile un impegno attivo e unitario, da parte di tutti, per riqualificare e tutelare Termoli e tentare di riportarla alla sua vocazione originaria e naturale.
I danni ormai sono stati già fatti in passato, ma qualcosa di concreto crediamo si stia iniziando a fare e non smetteremo di operare in tal senso. È inevitabile chiedersi, a questo punto, chi è che ha veramente a cuore il futuro della città e quanti ne hanno permesso lo scempio e il degrado attraverso il silenzio-assenso? Invitiamo i cittadini tutti, in particolare, quelli più attenti, che conservano buona memoria e un sano senso civico, a meditare attentamente. Diceva qualcuno, infatti, chi non ha memoria non ha futuro.
Giuseppe Di Blasio