La conferenza stampa di oggi in ComuneTERMOLI – La mobilitazione dei coltivatori diretti, degli imprenditori agricoli professionali e dei contribuenti interessati all’imposta IMU sui terreni agricoli, riuniti da Antonio Di Brino oggi in Comune a Termoli, è sfociata nella costituzione di un comitato dei coltivatori del Basso Molise. Nel corso di una conferenza stampa tenuta dall’ex sindaco, alla presenza del senatore Ulisse Di Giacomo, di Cristian Zaami e Rocco Fiorilli, si è dato vita alla nuova formazione intenzionata a creare associati anche in altre regioni d’Italia per abolire l’Imu agricola. Coordinatore del movimento degli agricoltori è Domenico De Camillis. Individuati anche i referenti in vari comuni del Basso Molise. Per il Comune di Termoli c’è anche l’ex consigliere comunale Masciantonio, a Portocannone è stato nominato Luigi Musacchio, a Campomarino Antonio Saburro, a San Giacomo Giuseppe Candiglioti e Pasquale Miletti,  a Petacciato Domenico Monteferrante. Una cinquantina di agricoltori presenti in sala consiliare in Municipio hanno sottoscritto un lungo documento in cui chiedono ai Comuni di applicare l’aliquota più bassa dell’Imu agricola e di non far pagare gli interessi in caso di pagamenti dopo il 10 febbraio prossimo. I coltivatori, in primis, annunciano l’avvio di una battaglia che dovrà portare all’abolizione del tributo.

Questo il documento condiviso e sottoscritto oggi:
Premesso:
– Che il Decreto Legge 24 gennaio 2015,n. 4, approvato dal Consiglio dei Ministri, in pratica distingue “esenti” e “paganti” in base alla classificazione Istat che divide i Comuni in “montani” ( 3.516 comuni dove tutti i terreni sarebbero esentati), “parzialmente montani” ( 652 comuni dove l’esenzione riguarderebbe solo i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli) e i comuni “non montani” ( 3.880 comuni dove pagherebbero tutti);
Che i comuni “montani” sono quelli posti per almeno l’80% della loro superficie al di sopra dei 600 metri di altitudine sul livello del mare, e i “parzialmente montani” quelli in cui la popolazione residente nel territorio montano è inferiore al 15% della popolazione complessiva;
Che la condizione di “comuni parzialmente montani” interessa meno del 10% dei comuni del territorio nazionale, e nella provincia di Campobasso interessa solo 7 Comuni ( Acquaviva C., Bonefro, Colletorto, Montorio nei F., Palata, San Giuliano di P. e Tavenna);
Che l’esenzione dal pagamento per i terreni agricoli, dell’ICI prima e dell’ IMU dopo, che interessava tutta la provincia di Campobasso e la quasi totalità dei Comuni meridionali  era dovuta, non all’appartenenza a “Comuni parzialmente montani”, bensì alle c.d. “zone svantaggiate” individuate da apposito Decreto Ministeriale;
– Che è sorprendente constatare il trionfalismo di alcune categorie del mondo agricolo che palesemente confondono le “zone svantaggiate” con i “comuni parzialmente montani”, non rendendosi conto che è ancora una volta il Mezzogiorno, dove il disagio delle aziende agricole è macroscopico, a pagare il prezzo più alto!;
Rilevato:
– Che permangono elementi d’incertezza sulla portata di applicazione della norma tributaria e soprattutto dubbi di legittimità per la mancata diversificazione in favore dei terreni posseduti da coltivatori diretti ed imprenditori agricoli nei c.d. Comuni “non montani”, così come prescrive l’art. 22, 2° comma, del D.L. n. 66/2014, conv. in L. n.89/2014, rilievi che certamente non mancheranno di essere approfonditi ed analizzati in sede parlamentare nel corso dell’iter legislativo;
– Che più in generale, è anche palese la violazione dello “Statuto del contribuente” laddove è previsto che le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al 60° giorno dalla data della loro entrata in vigore ( D.L. n. 4 in data 24 gennaio 2015 e termine per i pagamenti in data 10 febbraio 2015);
– Che per queste ragioni è a dir poco improbabile che il ritardo del pagamento dell’imposta possa comportare l’applicazione di sanzioni e interessi anche se sarebbe lecito aspettarsi che i Comuni, che hanno in materia di IMU totale autonomia in ordine all’attività di accertamento, adottino apposito atto d’indirizzo per dare serenità a tutti i contribuenti;
Dato atto:
Che da oltre dieci anni le quotazioni delle materie prime agricole sono scivolate talmente in basso da compromettere la convenienza economica di molte delle coltivazioni che erano il vanto dell’area del Basso Molise (cerealicole, bieticoltura, olivicoltura, vitigni e orto-frutticole);
Che nell’ultimo anno i redditi delle aziende sono ulteriormente crollati di oltre il 15% contro una media europea dell’1,7%;
Che le immagini di un settore agroalimentare in cui primeggiano i “lustrini” e “paillettes” di qualche “eccellenza agricola”, unitamente agli spot televisivi delle multinazionali per la promozione di qualche prodotto di largo consumo hanno contribuito a falsare a tal punto la realtà da favorire la decisione governativa di compensare, in parte, il bonus degli 80 euro imponendo nuovi criteri di esenzione per l’applicazione dell’IMU sui terreni agricoli.
Auspicato:
Che il Decreto Legge 24 gennaio 2015, n.4 in sede di conversione possa subire sostanziali ed auspicate modifiche, quanto meno nel prevedere l’esonero dal pagamento dell’imposta per i coltivatori diretti e per gli imprenditori agricoli professionali;
– Il coinvolgimento dei Sindaci dei Comuni interessati all’applicazione dell’imposta, delle rappresentanze sindacali e dei parlamentari sensibili alle istanze del mondo agricolo;

INVITA IL SINDACO DI TERMOLI E I SINDACI DEI COMUNI DEL BASSO MOLISE
1. ad adottare appositi atti d’indirizzo agli uffici competenti affinché nell’attività di accertamento non siano applicate sanzioni e/o interessi per il mancato pagamento dell’imposta nel termine previsto del 10 febbraio 2015 e fino al 25 marzo 2015 ( termine ultimo per la conversione in legge del decreto), così come da possibilità l’art. 10, comma 3, della legge n. 212 del 2000 ( Statuto dei diritti del contribuente);
2. che le Amministrazioni Comunali diano prova di sensibilità nei confronti di una categoria tanto tartassata, prevedendo per l’IMU 2015 la più bassa aliquota possibile del 4,6 per mille ( l’aliquota è infatti variabile dal 4,6 al 10,6 per mille);
3. si fa riserva di nominare apposito comitato di rappresentanza per agevolare la comunicazione tra le parti.

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