CAMPOBASSO _ Il giorno 12 giugno, e stato firmato l’accordo sul premio di risultato, un accordo al ribasso siglato solo da alcune OO.SS. che penalizza tutti i lavoratori postali, e soprattuto le donne in maternità, i lavoratori in infortunio, i malati di gravi patologie e chi e’ costretto a ricoveri ospedalieri. È facilmente intuibile, dalle firme apposte in calce al documento, che e’ un accordo fortemente minoritario in quanto non sottoscritto dalle OO.SS. che detengono la maggioranza assoluta degli iscritti e delle RSU in Poste Italiane, così come previsto dall’accordo interconfederale del 28 giugno tra Confindustria e OO.SS. Confederali, richiamato anche nel Decreto-Legge 13 Agosto 2011, n. 138. Di conseguenza, avendo così palesemente mortificato le legittime aspettative dei lavoratori, artefici del miliardo di utile del bilancio 2010, ed avendo alterato il dialogo sociale che in questi anni aveva garantito proficua serenità in Azienda, sarà difficile attendersi dai lavoratori, e dalle OO.SS. che li rappresentano, quel “contributo significativo” utile a garantire la realizzazione delle strategie d’impresa, con le ovvie, prevedibili, conseguenze negative.

Le relazioni Industriali in Poste sono precitate. Nelle assemblee appena concluse, svolte negli Uffici Postali del territorio di Campobasso, il messaggio lanciato dalle OO.SS. è stato chiaro, “preparatevi ad una dura battaglia, è necessario sfondare le porte di questo management e rovesciare tutto ciò che si trova dietro” – queste sono state le parole pronunciate nelle assemblee dal Segretario Territoriale della CISL Poste Antonio D’Alessandro –. All’accordo scellerato, si aggiunge l’esplicita richiesta di Poste all’AGCOM di razionalizzare 635 Uffici Postali e la chiusura definitiva di 1097 Uffici. Le ricadute nel Molise sono 37 Uffici Postali da razionalizzare (apertura a giorni alterni) e chiusura definitiva di altri 7. Inoltre, la trattativa sulla riorganizzazione dei servizi in Poste Italiane è fallita e l’azienda ha intenzione di iniziare con 1.800 tagli in cinque Regioni italiane nei servizi del recapito, cioè portalettere e impianti di lavorazione della posta, lo denuncia Antonio D’Alessandro della Cisl Poste, sindacato maggioritario in Poste, che preannuncia la battaglia già dalla prossima settimana. Anche perchè, afferma il segretario territoriale della CISL POSTE” noi prevediamo che quella che ci e’ stata rappresentata come una riorganizzazione del lavoro in cinque Regioni tra pochi mesi sarà estesa in tutto il territorio nazionale, raggiungendo i 10mila esuberi”. La Cisl invita l’azienda a “desistere dal percorrere atti unilaterali” poiché “aprire anche un fronte sociale in Poste Italiane” non farà certamente il bene dell’Azienda, tra l’altro in un momento delicatissimo per il Paese”.

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