L’intera vicenda risale al 2003-2004 e vede come protagonista uno dei figli che lavorava presso una grossa società, la la Bain&Co. In quegli anni la Giunta regionale del Molise, su proposta dello stesso Iorio, affidò due consulenze: una sulla realizzazione dell’autostrada Termoli-San Vittore e una sulla sanità regionale alla multinazionale. Secondo l’accusa governatore, abusando dei suoi poteri, si fece promotore degli incarichi anche in presenza di un interesse proprio e di un suo strettissimo familiare, procurando così un vantaggio alla società Iorio affido’ i lavori alla multinazionale dove lavorava il figlio Davide. “Rispetto a tali delibere – ha detto il Pm Fabio Papa – Iorio non si asteneva, come prescritto e come suo dovere, in presenza di un evidentissimo interesse di un proprio strettissimo congiunto”.
Uno dei due studi, quello sulla sanita’, per Papa “non lo ha visto nessuno”, nemmeno la Digos “ha mai trovato la consulenza”. “Abbiamo assistito ad una sequenza di testimoni – ha afferma il sostituito procuratore – che e’ stata mortificante. Nessuno di questi e’ stato in grado di dire cosa ha fatto la Bain per la Regione Molise. Persino i testimoni piu’ autorevoli non hanno saputo dire nulla piu’, non hanno saputo dire cosa contenevano. E comunque, prima di affidare il lavoro, bisognava fare una comparazione tra almeno quattro o cinque societa’”.
«La prendo come una sentenza ingiusta – ha invece commentato Arturo Messere, legale di Iorio – e aspetto di vedere cosa ne pensano i giudici superiori. Faremo ricorso. Io ho le mie convinzioni e le mantengo ferme perché ritengo che il fatto non costituisca reato. Per fortuna ci sono i giudici superiori e c’è la presunzione di non colpevolezza fino alla condanna definitiva».