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TERMOLI _ La soddisfazione espressa dal sindaco Di Brino in relazione al Piano di dimensionamento scolastico approvato dalla giunta regionale in seduta notturna, due giorni fa, che di fatto ha annullato lo storico Istituto nautico Tiberio pur salvando l’autonomia del liceo classico ed artistico Perrotta, dimostra con evidenza che il sindaco non ha letto il regolamento nazionale o non ne ha compreso bene le finalità.

Di Brino ha dichiarato con orgoglio di essere stato “aiutato dalla Regione”, ma non si dovrebbe mai confondere la legittimità con un favore: la Giunta regionale è chiamata ad agire con equità e nel rispetto della legge, non ad aiutare cortesemente gli amici, in barba alla legge o ai necessari principi di uguaglianza ed imparzialità.

Sarebbe interessante che il Sindaco ci spiegasse perchè mai la Giunta amica, a parità di condizioni (visto che entrambi gli istituti sono sotto-dimensionati, e quindi privi dei requisiti di legge) ad un istituto ha concesso una deroga che non è prevista da alcuna fonte normativa, ed ha inspiegabilmente stabilito di smembrare l’istituto Tiberio, associando il Nautico al Majorana ed il Geometra al Boccardi . Posto che l’autonomia del liceo Perrotta è certamente una buona notizia per la città di Termoli, vorrei tuttavia esprimere qualche dubbio sulla legittimità di una deroga che, oltre a non essere prevista dal piano provinciale (l’ente che ha competenza costituzionalmente garantita in materia) non è prevista in alcun modo dalla legge.

Vorrei ricordare al sindaco che il dpr 1998, n. 233 ossia il regolamento per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici ha tra le sue finalità quella di dare stabilità nel tempo alle stesse istituzioni e di offrire alle comunità locali una pluralità di scelte, articolate sul territorio, che agevolino l’esercizio del diritto all’istruzione, nel necessario confronto, interazione e negoziazione con gli enti locali, le istituzioni, le organizzazioni sociali e le associazioni operanti nell’ambito territoriale. I piani di dimensionamento delle istituzioni scolastiche sono definiti nella conferenza provinciale di organizzazione della rete scolastica, nel rispetto degli indirizzi di programmazione regionale, non viceversa.

La legge prevede addirittura che la conferenza possa procedere in assenza di tali indirizzi regionali, proprio per rimarcare il valore di quest’organo, al quale in Molise partecipano ottantaquattro comuni, la direzione scolastica regionale e provinciale, circa sessanta dirigenti scolastici, dieci presidenti – commissari comunità montane, il presidente del consiglio scolastico provinciale, i sindacati di categoria: la rappresentanza è tanto ampia e partecipata, che non si può dubitare del valore delle scelte che vengono prese in quella sede, evidentemente lontana da logiche di mera convenienza politica. Quando il sindaco Di Brino lamenta il fatto che la Provincia “non aveva tenuto conto delle sue esigenze” dimentica l’importanza e il valore della conferenza, che deve considerare e tutelare gli interessi dell’intero mondo scolastico: l’utenza degli studenti, la varietà dell’offerta formativa, la programmazione interna degli istituti, non gli assetti politici del sindaco di turno.

Mi rammarica molto che l’emendamento presentato in proposito dai Consiglieri regionali Massimo Romano (Costruire Democrazia) e Michele Pangia (PSI), votato anche dai consiglieri di FLI per correggere questa grave stortura, sia stato bocciato dal Consiglio. Spiace che tra i favorevoli ci fosse il termolese Di Falco. Spiace che neppure i due assessori regionali Velardi e Vitagliano abbiano ritenuto di fare qualcosa in più per le sorti di un istituto che rappresenta da cinquant’anni la tradizione della propria città. Se poi si considera che la “termolesità” e la “specificità” dell’Istituto nautico sono stati tra i cavalli di battaglia dell’applauditissimo candidato sindaco Di Brino, all’incontro elettorale con gli studenti, la beffa appare doppia.

E dire che, a fronte della finanziaria fantasiosa e creativa dell’amministrazione Iorio, che ha utilizzato i fondi FAS e strutturali perfino per finanziare musei del profumo, a nessuno dei nostri è venuto in mente di proporre come ad esempio ha fatto la Provincia di Venezia, d’intesa con la Regione Veneto, l’Ufficio scolastico regionale del Ministero della Pubblica Istruzione, l’Autorità portuale e Camera di Commercio, la costituzione di un Polo Nautico, mirato allo sviluppo turistico costiero con un occhio al sostegno produttivo, così da promuovere prospettive occupazionali qualificate, anche attraverso un sistema integrato di istruzione e formazione di alto livello qualitativo.

Certo, lavorare al “Tiberio” quale centro di eccellenza per le attività di istruzione, formazione, innovazione e ricerca nel comparto marittimo avrebbe richiesto competenza ed impegno appassionato da parte dei nostri politici, termolesi e non: evidentemente, ancora un volta, le ricchezze e le potenzialità di questo territorio sono maggiori e forse migliori della classe dirigente che le governa.

Intanto, Di Brino ha annunciato di pensare già all’istituzione Liceo musicale, senza sapere che il piano di dimensionamento prevede il divieto di introdurre nuovi corsi ed indirizzi di studio, nella fase di assestamento degli esiti della riforma delle superiori: ma evidentemente. Finché vale in Molise il vecchio motto “la legge si applica per i nemici, ma si interpreta per gli amici” difficilmente assisteremo al cambio di rotta di cui questo territorio ha drammatica urgenza.

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2 Commenti

  1. Brava Erminia, l’unica che ha speso qualche parola sulla chiusura di una scuola storica per Termoli…. Dove sono finiti tutti i politici? E poi si buttano i soldi per insegnare il dialetto nelle scuse: sarebbe questa la cultura? Poveri noi!!! Ora più che mai mi viene da dire menomale che ci sei tu