TERMOLI _ Considerati i numerosi interventi da parte di esponenti politici, giornalisti e cittadini sul tema delle “primarie”, mi sento sollecitato nel fare qualche precisazione, in quanto è innegabile che il movimento civico che rappresento è stato senza dubbio uno dei veri e concreti promotori di questo procedimento consultivo.
Va subito chiarito che tale “meccanismo partecipativo” non è in astratto o in concreto la panacea che risolverà d’incanto i problemi oramai endemici del sistema politico italiano: composto da una labile contrapposizione di una “destra” e una “sinistra” (ed un “centro” di natura fluido-opportunista), che pensano più ai meccanismi dei rimborsi elettorali e alle dinamiche della propria misera autoconservazione che a quei cambiamenti epocali oramai evidenti che investono non solo l’Italia ma tutto il mondo occidentale.
Seppure immersi in questo nichilismo cosmico, occorre però darsi coraggio e ritrovare un senso comune sul concetto teorico-pratico di Politica, attualizzandolo rispetto all’imperare di un modello fortemente verticistico-tecnocratico formalizzato per gli enti locali con la L. 81/93 (recepita dal testo unico Dgls. 267/2000) e con la L. 270/2005 (c.d. Porcellum), che hanno di fatto limitato fortemente la possibilità al cittadino di scegliere e partecipare alla vita pubblica. E’ su questo scenario che in via di autotutela alcuni partiti, movimenti culturali e istituzioni locali, non solo di sinistra, hanno compreso la necessità di lenire tale carenza democratica con strumenti partecipativi, sia attraverso la previsione delle c.d. “primarie” per la scelta dei propri rappresentanti e sia con la ideazione di nuovi istituti di “democrazia diretta”. Ebbene, entrando nel vivo del discorso, ritengo che nella nostra regione le “primarie” del centro-sinistra svolgeranno oltre che una precipua funzione politica, individuando un proprio rappresentante apicale con un programma di coalizione, ma anche porrà le basi sociali per distinguere quelle formazioni politiche realmente democratiche da quelle sostanzialmente elitarie.
Tutto ciò, non precluderà una leale e concreta apertura di confronto e di eventuali alleanze verso altre aggregazioni politiche che non parteciperanno a detta consultazione, ma tenendo ben distinte le proprie posizioni di partenza e di valori, poichè le scorse provinciali hanno oggettivamente insegnato che gli elettori non gradiscono molto i “passati di verdura”. Del resto non possiamo pensare di essere alternativi al “sistema iorio-berlusconi” cercando di sostituire meramente qualche faccia o peggio riciclando qualche personaggio dell’ultima ora trasformando le “primarie” in lavatrici-ideali. Occorre però d’altra parte non mitizzare tale metodo e fare in modo che non diventi neppure una lotteria-elettorale con fiumi di candidati. Nonostante tutto, la cosa più importante è la ricerca di un minimo di coscienza civica comune tenendo a mente le semplici ma illuminanti parole di E’tienne De La Boétie sul discorso della Servitù volontaria: “Colui che vi domina così tanto ha solo due occhi, due mani, un corpo, non ha niente di diverso da quanto ha il più piccolo uomo del grande e infinito numero delle vostre città, eccetto il vantaggio che voi fornite per distruggervi”. E allora coraggio, non diamo alcun vantaggio a questo sistema malato.
Partecipazione Democratica Simone Coscia