... in una Termoli che ha perso 1200 abitanti dal 2018 al 2022.
TERMOLI – Cosa succede quando un Comune decide di rinunciare alla sua funzione primaria, quella di pianificatore del territorio, e di delegare questa sua funzione al privato? Semplice, accade quello che stiamo vedendo a Termoli: in nome di una presunta maggiore efficienza del privato rispetto al pubblico, si rinuncia a governare i fenomeni urbanistici e abitativi, con la scusa dell’esigenza di attrarre gli investimenti e il mantra dello “sviluppo”: in pratica si assegna ai costruttori il ruolo di decisori sulle trasformazioni del volto della città.
Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra e il Movimento 5 Stelle cercano da quattro anni di contrastare questa tendenza, con la partecipazione constante ai lavori della Commissione Consiliare urbanistica, denunciando la cementificazione costante, la sottrazione ai cittadini di spazi pubblici, l’applicazione estensiva dello sciagurato Piano Casa della Regione Molise, il peggiore d’Italia. Considerate il disordine edilizio, la mancanza di spazi verdi in barba al regolamento comunale, l’attacco agli ultimi spazi liberi del lungomare nord, il numero abnorme di appartamenti costruiti, in una Termoli che ha perso 1200 abitanti dal 2018 al 2022.
Con la mostra sul malgoverno urbanistico vogliamo mostrare visivamente quanto (e quanto male) si è costruito a Termoli, e dare ai cittadini la possibilità di riflettere sulla necessità di riportare la pianificazione urbanistica ad un controllo rigoroso, e prima ancora ad una visione di come vogliamo la città, visione che ora manca del tutto, cancellata dal caos delle richieste edilizie private.
Questo non significa voler distruggere il settore edile: significa semplicemente privilegiare manutenzione, consolidamento, recupero dell’esistente senza moltiplicare cubature, prevenzione del rischio.
Significa stop al consumo di suolo, che non possiamo più permetterci tra alluvioni e frane (e il Molise è al terza regione in Italia ad alto rischio frane e con la maggior percentuale di popolazione che vive in zone a rischio).
Significa soprattutto riprenderci la funzione sociale dell’edilizia, ormai cancellata da tempo: fare in modo che Termoli non diventi una Disneyland di bed and breakfast, un luogo respingente dove chi studia o lavora a maggio si ritrova buttato fuori di casa, perché arrivano i turisti, un deserto sociale dove chi è sotto sfratto o è senza fissa dimora non ha altra alternativa che la strada.
Pianificare il territorio dove viviamo è passaggio indispensabile per cancellare l’idea (che non è solo patrimonio della destra) che solo il privato possa realizzare l’interesse collettivo: significa provare a ricostruire un tessuto sociale e culturale dove l’edilizia pubblica svolga il suo ruolo di baluardo al consumo di suolo e di tutela del diritto all’abitare, che deve sempre superare il diritto al profitto. L’iniziativa economica privata è libera, ma non deve svolgersi in contrasto con l’utilità sociale. Questo dice la Costituzione, e questo vogliamo per Termoli.
Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra e il Movimento 5 Stelle