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ISERNIA _ “Cosa c’è di tanto scandaloso nell’aver provato a mettere insieme tutti e, soprattutto nell’esserci riusciti?” Replica alle insinuazioni e alle accuse che gli sono piovute addosso, a meno di una settimana dalle Primarie per l’elezione del segretario regionale del Partito Democratico, il consigliere regionale DANILO LEVA oggetto di un’animata quanto confusionaria presa di posizione da parte di altri candidati in corsa. “Credo di poter affermare senza timore di essere smentito che la mia candidatura sia lo specchio di una unità possibile delle diverse anime del Partito Democratico. Unità significa contaminazione, sintesi tra le varie storie e tradizioni, non vuol dire di certo appiattimento di posizioni e culture – sottolinea Danilo Leva – né tantomeno significa coercizione. E lo sanno bene i candidati alla segreteria che con me stanno affrontando questo importante cammino verso le Primarie e che hanno deciso, in tempi non sospetti, di preferire le divisioni che ora invece attaccano. Abbiamo lavorato e non poco ad una candidatura unica, sulla falsariga di quello che è accaduto in Abruzzo – continua ancora Leva – perché dopo il commissariamento del partito sarebbe stato quanto mai auspicabile arrivare ad una soluzione condivisa.

Chi oggi si erge a difensore dell’unità, purtroppo allora non aveva le stesse idee, visto che non è stato disponibile ad un ragionamento politico di questo tenore. In Molise a differenza di altre realtà italiane l’unica mozione che lega l’area cattolica democratica a quella laico socialista è la mia. Tutto ciò si chiama Partito Democratico. Il resto è rappresentato da pezzi monolitici e monoculturali, che poco si “sposano” con un’idea di PD plurale che vuole tornare ad essere forza di governo. E non si tratta di dire sempre no oppure sempre si: anche per i ruoli di opposizione credo occorra fare i dovuti distinguo.

Non si può evitare di scendere nel merito dei problemi e provare con tutte le forze ad individuare soluzioni possibili. Il problema non è quanta opposizione si fa, bensì la qualità e l’efficacia della medesima. Non è più il tempo dello scontro pregiudiziale a tutti i costi. È giunto , invece, il tempo di comprendere, ragionare, proporre, farsi carico dei problemi.

Solo così il Pd potrà tornare ad essere il faro del centro-sinistra, senza essere subalterno a nessuno in una alleanza ampia e più grande di come è oggi, perché il tema che ci dovrebbe appassionare più di tutti è quello di come tornare a convincere, non noi stessi, ma la maggioranza dei cittadini molisani del fatto che il centro-sinistra sia affidabile e credibile in termini di alternativa di governo. Infine, un’ultima riflessione. Dovremmo pensare al futuro e con quale partito frequentarlo; se vogliamo un contenitore piccolo piccolo oppure uno straordinario soggetto inclusivo ed aggregante. Confrontiamoci su questo e non sul passato, perché negli ultimi anni sono stati in tanti a commettere errori e nessuno può chiamarsi fuori.

                                                                                                   Il consigliere regionale del Pd Danilo Leva