Chi oggi si erge a difensore dell’unità, purtroppo allora non aveva le stesse idee, visto che non è stato disponibile ad un ragionamento politico di questo tenore. In Molise a differenza di altre realtà italiane l’unica mozione che lega l’area cattolica democratica a quella laico socialista è la mia. Tutto ciò si chiama Partito Democratico. Il resto è rappresentato da pezzi monolitici e monoculturali, che poco si “sposano” con un’idea di PD plurale che vuole tornare ad essere forza di governo. E non si tratta di dire sempre no oppure sempre si: anche per i ruoli di opposizione credo occorra fare i dovuti distinguo.
Non si può evitare di scendere nel merito dei problemi e provare con tutte le forze ad individuare soluzioni possibili. Il problema non è quanta opposizione si fa, bensì la qualità e l’efficacia della medesima. Non è più il tempo dello scontro pregiudiziale a tutti i costi. È giunto , invece, il tempo di comprendere, ragionare, proporre, farsi carico dei problemi.
Solo così il Pd potrà tornare ad essere il faro del centro-sinistra, senza essere subalterno a nessuno in una alleanza ampia e più grande di come è oggi, perché il tema che ci dovrebbe appassionare più di tutti è quello di come tornare a convincere, non noi stessi, ma la maggioranza dei cittadini molisani del fatto che il centro-sinistra sia affidabile e credibile in termini di alternativa di governo. Infine, un’ultima riflessione. Dovremmo pensare al futuro e con quale partito frequentarlo; se vogliamo un contenitore piccolo piccolo oppure uno straordinario soggetto inclusivo ed aggregante. Confrontiamoci su questo e non sul passato, perché negli ultimi anni sono stati in tanti a commettere errori e nessuno può chiamarsi fuori.
Il consigliere regionale del Pd Danilo Leva