Si tratta di cifre che si aggirano sui 30-40 mila euro annui per ciascun coltivatore che, in barba alla correttezza ed al rispetto delle normative, hanno pensato bene di “scomodare” anche i defunti per riuscire a presentare i documenti dell’avvenuto affitto pensando di farla franca a seguito dell’assenza di controlli da parte degli enti preposti.
Ed invece hanno fatto male i conti perché le Fiamme Gialle, da Termoli a Larino e poi all’intera regione hanno fatto scattare una serie di accertamenti a sorpresa scoprendo così gli “altarini” di un centinaio di finti affittuari che, però, grazie ai contributi, hanno potuto sbarcare un buon “lunario” per varie annualità.
Molti anche i contratti stipulati con i defunti i cui nomi sono stati carpiti e “piazzati” sui contratti. Una vicenda al centro di un’inchiesta nazionale.