Micaela Fanelli
Micaela Fanelli
CAMPOBASSO_ Micaela Fanelli, membro dell’ufficio di presidenza nazionale Anci, al Consiglio nazionale a Napoli ha presentato un ‘decalogo’ con cui l’Anci vuole contribuire alle nuove politiche territoriali nel periodo 2014-2020”.

Ecco i punti principali:

I Comuni vogliono anticipare il ‘modello’ di intervento per lo sviluppo urbano proposto dalla Commissione europea in vista delle nuove politiche di coesione. Per questo, si candidano a gestire sin da ora ‘progetti sperimentali’ in alcune città del Sud, utilizzando parte dei fondi comunitari non spesi che il governo sta ‘riprogrammando’ nelle otto regioni meridionali. Gli investimenti potrebbero riguardare i settori strategici dell’innovazione amministrativa, dell’agenda digitale e delle smart cities nonché nei servizi per l’istruzione e l’inclusione sociale”.

Così la delegata alle Politiche Comunitarie e Piani di Sviluppo, Micaela Fanelli, riassume il ‘cuore’ delle ‘Dieci proposte’ Anci per la riforma della politica di coesione 2014-2020 approvate ieri dal consiglio nazionale di Napoli dopo il ‘passaggio’ in commissione Mezzogiorno che le aveva discusse in mattinata a Salerno.

Solo attraverso una politica di coesione più attenta alle città e l’aumento degli investimenti urbani, si può uscire dalla crisi e rilanciare la crescita”, aggiunge Fanelli. “Questa consapevolezza, che ha guidato la Commissione europea nel definire la proposta dei nuovi regolamenti, è pienamente compresa dai sindaci e dall’Anci”.

Nasce da qui l’idea del ‘decalogo dei Comuni’ che vuole fare da ‘battistrada’ all’azione che proseguirà nei prossimi mesi per definire una agenda territoriale ed urbana nazionale. Partendo proprio dai futuri regolamenti comunitari e dalla loro dotazione finanziaria: “Al momento è stabilito che almeno il 5 per cento delle risorse sia assegnato a investimenti per lo sviluppo urbano. Vorremmo che questa disponibilità di risorse venisse almeno raddoppiata per essere paragonabile alla dotazione del precedente periodo di programmazione”, rincara la delegata alle politiche Ue. Parliamo cioè di un importo totale variabile da 3,5/4 a 8 miliardi di Euro per i Comuni italiani.

Il documento chiede anche un rafforzamento del sistema della delega ai Comuni come autorità di gestione dei programmi europei; l’armonizzazione delle politiche e degli interventi fra i diversi livelli di governo, e il riconoscimento del ruolo propositivo delle città anche sul versante della cooperazione territoriale europea.

Ma vogliamo soprattutto ribadire – osserva Fanelli – di essere d’accordo con il governo che non intende legare l’erogazione dei fondi strutturali al rispetto di indicatori economici come il patto di stabilità. Tale condizione rischia di compromettere il carattere programmatico della politica di coesione andando a penalizzare proprio i territori maggiormente in difficoltà. Alcuni importanti passi al riguardo – ricorda l’esponente Anci – sono già stati fatti nell’attuale ciclo di programmazione, prevedendo prima la sola esclusione dei fondi europei dal computo del Patto, poi anche della parte nazionale. Per il futuro, con chiarezza bisogna prevedere l’esclusione sin dall’inizio e con chiarezza”.

Infine, dalla delegata alle politiche Ue un monito sull’avanzamento della spesa nelle Regioni meridionali, dopo l’accelerazione impressa dall’accordo sul ‘cofinanziamento nazionale’. “Le difficoltà nel mantenere alcune scadenze per i fondi Ue 2007-2013, denunciate nell’ambito della cabina di regia Regioni-Governo, non possono – avverte Fanelli – pregiudicare in alcun modo gli impegni e gli obiettivi di spesa assunti dalle Regioni verso i Comuni”.

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