
Lo studio, che si è sviluppato in un arco temporale di 4 anni, è stato promosso dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Valle del Biferno, sostenuto dalla Regione Molise ed attuato dall’ENEA con la partnership di sei università (Sapienza-Roma, Salento, Phoenix, Notre Dame University, Helsinki e San Pietroburgo). “Va innanzitutto sottolineato –ha detto il Presidente Iorio- che la realizzazione di questo Progetto ci ha consentito di avere dati scientifici molto validi e quindi opportunamente applicati anche in altre realtà. Abbiamo ora una cognizione precisa e tecnica della qualità dell’aria nel territorio del basso Molise.
I dati possono essere resi pubblici per far comprendere ai cittadini ciò che respirano e come possono eventualmente impattare delle iniziative industriali nell’ambiente che li circonda. E’ questo il primo studio che si compie sulla tematica della meteodiffusività. Una esperienza che, come dicevo, può essere replicata anche in altre parti del mondo e, in particolare, in poli industriali ed urbani per contribuire al cambio di passo dello sviluppo: dall’espansione incontrollata, alla sostenibilità”. “Ma questo Progetto –ha concluso Iorio- raccoglie anche una altro primato accanto a quello scientifico: l’aver messo in rete più Istituzioni, sia italiane che estere, che hanno lavorato per anni insieme, raggiungendo un obiettivo che oggi è patrimonio certamente del Molise, ma anche del panorama scientifico internazionale”. Hanno patrocinato l’evento della presentazione dello studio, anche perché fortemente interessati alla metodologia utilizzata e alle risultanze scientifiche prodotte, il Ministero dell’Ambiente, la Regione Lazio e Roma Capitale.
Il Progetto sulla qualità dell’aria è il frutto di quattro anni di studi che hanno visti impegnati un team internazionale che ha utilizzato strumenti prototipati e tecnologie avanzate per arrivare a capire come “respira” un determinato luogo. Questo considerando i valori delle acque, i venti, le masse d’aria in un’ottica di “insieme” e nel rispetto della specifica struttura geografica della Valle. Il tutto osservando nella sua interezza lo scenario meteorologico dell’area studiata. Il metodo testato al Biferno, esportabile ovunque, ha catturato l’interesse e l’entusiasmo di ricercatori diversi per formazione, esperienze professionali e cultura, gettando le basi per nuove politiche di intervento sul territorio.