CAMPOBASSO _ L’esperienza politica e umana di Lucio Magri ha segnato con le sue scelte tormentate e coraggiose le vicende della sinistra italiana. Dagli esordi giovanili nella Democrazia Cristiana fino agli incontri con Giorgio Amendola e all’ingresso nel PCI, allo scontro col partito dopo l’invasione sovietica di Praga, alla fondazione della rivista “ Il Manifesto”, la radiazione dal PCI, la costituzione del Partito di Unità Proletaria, il ritorno nel PCI di quello stesso Alessandro Natta che aveva seguito l’istruttoria della sua espulsione e quindi la costituzione e l’adesione a Rifondazione Comunista e poi al Movimento dei Comunisti Unitari.
Una vita travagliata, combattuta fino in fondo e con lucida determinazione per gli ideali di una sinistra rannicchiata nelle sue certezze o serrata nei suoi conformismi che mal si conciliavano con la radicalità delle sue posizioni. Ed è il percorso politico di Lucio Magri che ha solcato decenni di impegno militante sul terreno dell’elaborazione culturale e dell’analisi dei fenomeni socio-economici che oggi ci rimane con la sua articolata ricchezza, una rara profondità e un coraggio di cui si trovano poche tracce nel confronto dei nostri giorni in questo omologante terzo millennio di cooptati che ignorano la freschezza e la positività dello scontro appassionato. Una sinistra senza dissenso e senza pensiero critico, dubbi e dialettica, è una sommatoria di gracili fragilità che si illude di sopperire alle proprie carenze ideali, programmatiche e valoriali con la mera gestione delle amministrazioni e del potere. Anche chi a sinistra non ha condiviso le posizioni di merito di Lucio Magri o il suo percorso politico gli è debitore perché Lucio con le sue battaglie ha contribuito ad arricchire e far crescere la storia di tutti noi.
Un abbraccio Michele Petraroia