Tutto di un colpo servirebbero amministrazioni efficienti, semplificazione burocratica, eliminazione di enti sub-regionali, accorpamento di consorzi, unioni di comuni, incentivi alle imprese private alternative all’indotto della pubblica amministrazione, costi istituzionali minori e maggiori dotazioni per i servizi essenziali e per la produzione di ricchezza.
Il Governatore si scontra a Roma ma non fa pulizia in Molise. La sua Maggioranza scandalosamente tiene in piedi commissioni per la febbre suina, assessorati superati e prebende assurde evitando un confronto coerente sul contenimento della spesa pubblica superflua. I consiglieri di maggioranza annaspano in difese d’ufficio contro Tremonti ma persistono in pratiche da Prima Repubblica, e attendono che la nottata passi indenne.
Eppure basta volgere lo sguardo a Venafro per rabbrividire davanti i numeri dei posti di lavoro persi, a Pettoranello dove 800 dipendenti sono con le dita incrociate sul futuro dell’ITTIERRE, a Boiano con mille addetti della Solagrital che navigano a vista, fino ai medici della Cattolica che si interrogano sul mantenimento della struttura e ai lavoratori forestali, dello Zuccherificio, dell’Igea, della SanStefar, e ai tanti precari della Scuola, della Regione e della FIAT che permangono nell’incertezza.
In questo clima una delle possibili vie d’uscita per il Presidente della Giunta è dimettersi, cogliere impreparato il centro-sinistra e rivincere agevolmente le elezioni prima che le contraddizioni esplodano nella loro virulenza. Personalmente sono convinto che la fase politica di Michele Iorio si è culturalmente chiusa perché lui appartiene al periodo storico pregresso. Ora è il momento della sfida competitiva che si vince con le grandi battaglie ideali, i progetti innovativi e una forte semplificazione amministrativa. Se il Molise sarà in grado o meno di esprimere una nuova classe dirigente che assuma a sé responsabilità così pesanti non è dato sapere. Ma non è con la bassa bottega della distribuzione di deleghe posticce ai consiglieri, presidenze di commissioni superflue, e una cencelliana spartizione del potere e degli enti sub-regionali che si salverà la regione. Michele Petraroia