Le istituzioni ad ogni livello hanno l’obbligo di riflettere su una morte avvenuta in quel modo in una campagna di Campomarino, e debbono stringersi alla moglie Maria e alla figlia Valentina, tornate da poco nella propria terra in Romania. Il coraggio e la dignità di questa famiglia ha insegnato tanto al Molise e all’Italia sapendo resistere anche a episodi deprecabili che hanno visto danneggiare più volte la croce collocata nel punto dove morì Gheorghe.
La lotta per fare chiarezza su quei fatti si è sempre accompagnata alla loro testimonianza sulla sofferenza dei migranti e sulla necessità di superare le condizioni di sfruttamento in cui versano. Con questo impegno invio un messaggio a Maria Radu rassicurandola che qualcuno al suo posto saprà portare un fiore coi colori della sua patria sulla croce di Gheorghe.
Michele Petraroia