TERMOLI – Così come può mutare sul piano genetico, sul piano psicologico la fenomenologia del Coronavirus sta già mutando. Le mutazioni della nostra percezione del fenomeno possono condizionare il nostro comportamento e influire sulla gestione collettiva dell’epidemia.
I cittadini hanno vissuto l’epidemia attraversando diverse fasi (dall’incertezza e diffidenza iniziale, alla sottovalutazione fino alla paura e alla adesione collettiva alle limitazioni imposte dai decreti), ed ora stanno per entrare in una nuova fase altrettanto pericolosa anche se può essere quella decisiva poiché coincidente con la possibile punta epidemica di cui parlano gli infettivologi.
Ascoltiamo da più parti che questa sarà la “settimana decisiva”, che “ci sarà il picco epidemico”. Molti sono spaventati poiché si attendono realisticamente nuovi “positivi” al contagio e nuovi decessi; altri invece iniziano a tirare un sospiro di sollievo immaginando che questa fase possa essere il preludio della conclusione dell’emergenza. Quest’ultima è una fantasia collettiva molto pericolosa.
Inizialmente la fase di negazione del problema ci portava a sottovalutare i rischi, poi la fase della paura e del panico ci ha motivati ad aderire al ritiro precauzionale imposto dai decreti presidenziali e dalle ordinanze sindacali che si sono via via succeduti.
Ora le restrizioni imposte e durevoli, nessuno sa ancora per quanto, potranno lasciare lo spazio alla frustrazione e alla noia, soprattutto nei giovani. La paura generalizzata potrà essere via via sostituita da queste altre emozioni e stati mentali penosi che non siamo abituati a fronteggiare se non attraverso l’azione. La prefigurazione di un “picco epidemico decisivo” può indurci irrazionalmente ad abbassare la guardia anche a causa dello stress, della frustrazione perdurante e della noia.
Dovremo evitare nel prossimo futuro di fare errori in tal senso come evitare il rispetto delle restrizioni e trasgredire le regole imposte in via precauzionale dai decreti. Le emozioni di questa nuova fase devono essere “tenute” perseverando nel rispetto delle direttive impartite dall’ISS e dal governo, e non invece stimolare “agiti” pericolosi per la salute collettiva.
Dobbiamo ricordare TUTTI che, fino a quando l’umanità non avrà a disposizione un vaccino efficace, l’unico STRUMENTO che abbiamo a disposizione per RIDURRE e PREVENIRE il CONTAGIO allo stato attuale è soltanto il NOSTRO COMPORTAMENTO.
Nicola Malorni Psicologo del Molise – Consigliere comunale di Termoli