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Testiera di un Letto

Nasce a Termoli nel 1940, dove vive e lavora. È dal 1972 che partecipa, sia in Italia sia all’estero, a mostre di pittura, scultura, incisione e ogni tipo di ricerche sulle tecniche e sui materiali. Da vero Artigiano affronta il ferro

Cristalli a parete illuminanti

battuto e il gesso. Esegue sculture, bassorilievi e installazioni. Vive di questo lavoro da trent’anni. Su Richiesta realizza: cristalli a parete illuminanti, testiere di letti in legno e ferro battuto, porte a vetro camera dipinte, separé pieghevoli in tela o in plexiglas, dipinti in faberglass con interventi in oro zecchino.
Può essere contattato per qualsiasi progetto di arredo: case al mare, mansarde, terrazzi ed altro.

Ma guarda un po’ … questo artigiano dell’Arte scrive anche
.

Boston, novembre 2003 Solitario ma non senza amici – potrei aggiungere,

Evocazioni. Nella Nebbia del tempo

una specie di monaco medievale vestito di freddo, – vive ed opera a Termoli nel Molise il decano dei poeti del luogo, Nicola Di Pardo, artista di professione sui generis sempre, vale a dire particolare, con le sue pitture/sculture fatte di colore e oggetti, tela e ferro integrati in una pluricostruzione che si anima dentro e fuori la cornice. La chiamerei arte simbiotica. Il poeta mormora, da una parte, “porto quest’occhio / nel taciturno canto dell’ombra,” e dall’altra l’artista consente alla tela di generare l’oggetto e lanciarlo fuori di sé, fuori della stessa cornice, senza mai rinunciare al generante, la matrice.

In formato sia piccolo che grande, secondo le possibilità tecniche che internet offre, ho potuto ora meglio visionare a Boston, dove vivo, una delle maggiori opere di Nicola Di Pardo, “ Evocazioni. Nella Nebbia del tempo . 1993”. L’avevo già osservata in silenzio durante un mio recente viaggio in molise, in casa della signora Enza che possiede l’opera.

“Ma dopo?” Uguale a Te, non a Me, tornerà il tempo.

Un ringraziamento
ed un saluto con distico
di Clemente Rebora

Da un certo punto di vista estetico-critico, e se mai anche solo fugacemente tornando oggi ad osservare e quindi anche cercando una via storica di collocamento di questa straordinaria picto-sculptur avventurosamente creativa di Nicola Di Pardo, la mente rivive per un attimo la relativamente recente avventura degli Astratti Impressionisti americani,gli ormai tipici Pollok, De Kooning e (in modo particolare) Arshile Gorky il quale, a sua volta passò (rinventandoli) attraverso lo spazio cosiddetto negativo di De Chirico, Picasso, Matisse per quindi permanere in se stesso assolutamente carismatico al di là delle influenze: i possibili “altri” maestri!

Ma questi (e Gorky soprattutto) sono gli artisti della solitudine: quella appunto che anche stampa la caratteristica inventiva di Nicola Di pardo, solipsista nella prigione del se stesso. E solitudine è il “motivo” del poeta da una parte e dell’artista dall’altra: liberarsi da tutto quello che non si sa, che in fondo ammonterebbe alla perpetua ricerca del sognare tradotto in sapere, sperare. Il surreale ha sempre qualcosa di paurosamente torbido-magico: appartiene al sogno, che in genere è incubo sfumato, emotivo come la solitudine e la perdita sensoria nel labirinto. Di Pardo scrive poesia perlustrando se stesso come natura, e crea opere d’arte come stretto lui stesso da una camicia di forza indicibile, tuttavia da strappare per uscirne fuori, nel non essere.

Giose Rimanelli
romanziere e critico, Professore Emerito.
Università dello Stato di New York, Albany

Nicola di Pardo Bottega vico Leopoldo Pilla, n. 16 cap 86039 Termoli (CB) Tel. +39 (0)875.714646 mobile + 39 360.297667

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