La ventisettenne ha parlato per 6 ore con il Pm di Larino Luca Venturi

LARINO _ Yonula Tinu non ha partecipato al delitto di Antonio Cammisa, non ha visto nulla ma ha sentito solo alcuni rumori. Lo ha detto la rumena di 27 anni al Sostituto Procuratore della Repubblica di Larino Luca Ventura nel corso del lungo interrogatorio iniziato alle 11 e terminato alle 17 di ieri l’altro a seguito della richiesta della stessa straniera in merito all’omicidio di Antonio Cammisa, il pensionato di Ururi per la quale la giovane è rinchiusa nel carcere di Chieti con l’accusa di omicidio.
La Tinu negli uffici inquirenti di Larino ha riferito tutti gli elementi che aveva rivelato al suo avvocato di fiducia, Valentina Flocco. Il Pm Luca Venturi ha ritenuto utili tali dichiarazioni per il prosieguo delle indagini sul delitto e per l’addebito delle responabilità.

Nel corso dell’interrogatorio “fiume” durato 6 ore, ha ripercorso il “menage” all’interno di casa Cammisa riferendo ogni particolare sugli atteggiameti, sulle abitudini e sui rapporti tra lei, l’anziano e l’altra giovane rumena di 32 anni. Inoltre ha ulteriormente chiarito alcuni elementi inerenti gli oggetti e strumenti presenti sul luogo del delitto confermando anche la richiesta di matrimonio che aveva ricevuto da Cammisa e che aveva accettato.

Particolari ed elementi tutti tra loro ritenuti dal Pm congruenti e che arricchiscono e completano le dichiarazioni che aveva già reso inizialmente, subito dopo il ritrovamento del vecchietto cadavere nella sua casa di via Media. Ora spetta alla Procura di Larino il riscontro e la valutazione di tali nuove rivelazioni che saranno al centro dell’udienza presso il Tribunale del Riesame in programma mercoledì prossimo a Campobasso.

L’avvocato Flocco nell’occasione ribadirà la richiesta già inoltrata di scarcerazione o in subordine i domiciliari per Yonula Tinu. “Sono soddisfatta dell’andamento dell’interrogatorio e confidiamo nell’accertamento della verità” ha commentato il legale. I genitori della ventisettenne si sono recati due volte in carcere per un colloquio con la figlia ed hanno dichiarato piena fiducia nella ragazza, a loro dire, innocente. Nessuna rivelazione, invece, da parte dell’altra rumena, rinchiusa nel carcere di Chieti con la stessa accusa di omicidio.

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