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Il Presidente della Provincia risponde anche alle polemiche di Cristiano Di Pietro sulla sua revoca dal Cosib di Termoli

Nicola D’Ascanio
CAMPOBASSO _ “Il lavoro svolto dalla Magistratura inquirente del Tribunale di Larino e dai Carabinieri del NOE per accertare gli illeciti gestionali del Consorzio Industriale di Termoli merita un grande apprezzamento ed anche la considerazione che i conseguenti risultati possano determinare, nella sovranità del diritto, le premesse per la qualità della vita dei cittadini, in particolare del Basso Molise e, più in generale, delle prospettive di sviluppo della nostra realtà territoriale. 

Auguro buon lavoro a tutti gli addetti che operano in questo impegno con la convinta fiducia che costituzionalmente è a loro riconosciuta e personalmente dichiarata. Anche le attività di controllo poste in essere dalla Provincia di Campobasso sul conferimento dei rifiuti e sulla gestione degli scarichi del COSIB di Termoli, per la sobrietà istituzionale, la professionalità tecnica e la puntualità dei risultati è da ascrivere ad uno dei più seri esempi di buon governo della Pubblica Amministrazione della nostra realtà che nessuno può sminuire o travisare.

Gli atti da noi prodotti, non le chiacchiere che continuano a prodursi, sono stati inoltrati agli Enti preposti in base alle proprie specifiche competenze ed attribuzioni perché essi assumano gli adempimenti conseguenti.

Alla Regione Molise, con apposita richiesta della settimana scorsa, ho sollecitato la revoca della autorizzazione illegittima che ha rilasciato per lo smaltimento dei rifiuti, lo scioglimento degli organi con la destituzione di Del Torto, la riforma della legge regionale n. 8 del 2004 che trasformi i consorzi in distretti produttivi di ambiti ben definiti e con funzioni di programmazione in capo agli organi elettivi, mentre i servizi alle imprese vanno attribuite a strutture snelle e veramente qualificate. Al tempo stesso, ho dato disposizioni affinché i controlli siano estesi anche agli altri impianti operanti nelle aree produttive dislocate sul territorio provinciale.

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Non si spengono le voci, in verità sempre più diradate e perciò sempre più patetiche, da parte di qualche interessato esponente di partito, il quale, nulla potendo eccepire sul merito e sulla legittimità della revoca del Consigliere di opposizione Cristiano Di Pietro da membro del COSIB, attivata con la unanime condivisione della Giunta provinciale, si avventura in teoremi senza consistenza e in alcuni casi rivelatori invece di pregiudizi interessati. Uno di questi teoremi consiste nell’accusa a me rivolta di voler rompere l’unità del centrosinistra per far prevalere i miei personali interessi politici. Da quale pulpito, è il caso di esclamare! Chi conosce i curricula personali e dei partiti di riferimento di questi rappresentanti non può che lasciarsi andare ad una bella risata. In politica è sempre più frequente ricorrere ad espedienti, anche di natura prosaica, utili a nascondere le proprie debolezze per incolpare il tuo diretto avversario.

E’ ancora tutto da credere come si possa barattare la esaltante, e perciò sospettosa, ispirazione di costruire un grande centrosinistra per il futuro quando costoro hanno colpito ad ogni livello ed in ogni occasione i governi e le amministrazioni di centrosinistra del passato e continuano a farlo oggi verso l’ultimo presidio rimasto, che è quello della Provincia, colpevole forse di portare egregiamente a compimento il suo mandato elettorale nonostante le continue debacle generali degli ultimi cinque anni. Sono questi gli stessi esponenti di forze politiche che hanno nel proprio DNA la pretesa di allargare il proprio consenso in forte ed esasperata competizione a scapito del proprio schieramento. E ancora, come possono far credere questi settari esponenti di partito che una coalizione politica che dovrà svolgere una importante e credibile azione di governo possa nascere all’ “ora x”, nel “giorno tot”, nel chiuso di una stanza, impedendo a tale coalizione di nutrirsi delle migliori esperienze e di aprirsi al mondo esterno, raccogliendo insieme ai problemi della gente le espressioni singole ed associate più rappresentative della società? Potrei fare altri esempi.

Ma questi, da soli, bastano a far riaccendere i ricordi nefasti del passato anche non lontano. Quando, anche allora, si partiva dalle buone intenzioni e sotto i migliori auspici, mentre il percorso deviava spesso verso le debolezze umane e gli errori politici strutturali. Per non commettere gli stessi errori basta ricordare in un flash molto significativo come fu devastante, ad esempio, il criterio con cui fu riempito il listino maggioritario alle scorse elezioni regionali.

Mi auguro di sbagliare, ma ho la quasi certezza che il preannunciato ostracismo verso le persone che testimoniano esempi di buongoverno del centrosinistra prefiguri il pericolo di altrettanti condizionamenti ovvero di contrasti distruttivi all’interno del nostro schieramento ad elezioni avvenute. Ad avvalorare questo presagio c’è il fatto che a parlare di unità è proprio chi deve ancora spiegare in maniera plausibile quali sono state le nobili ragioni che li hanno portati ad uscire dalla coalizione che guida la Provincia addirittura anche dopo aver firmato l’accordo di programma a conclusione dell’ultima crisi.

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Il 1 ottobre scorso in una nota struttura turistica della nostra bella costa adriatica, davanti a circa 800 persone, tra le quali con grande piacere ho registrato la presenza di numerose prestigiose personalità e, tra queste, quella dei segretari dei partiti che sostengono l’Amministrazione provinciale, nel corso del mio intervento ho rivolto l’invito ad adottare le primarie come strumento di scelta delle prossime candidature alla presidenza della Provincia, della Regione e, se non cambia la legge, al Parlamento.

Com’è noto alcuni partiti contemplano questa metodologia nel proprio statuto, ma proposto da me, come presidente uscente di primo mandato, è stato segno di rispetto nei loro confronti e di tutti i soggetti politici anche di recente costituzione che, in verità, seduta stante, hanno condiviso. Ed è altrettanto motivo di apertura al mondo esterno della società civile, nonché alle loro istanze ad iniziare dai problemi del lavoro. Strumento utile come non mai in questa particolare congiuntura di crisi sociale per saldare proposta politica e bisogni dei cittadini.

Le primarie sono anche strumento esponenziale della più alta unità possibile per una coalizione che vuole superare i recinti del passato. Condizione essenziale per tornare a vincere dopo tante sconfitte e per sotterrare il disastroso “decennio molisano” alle dipendenze di Michele Iorio. Ad oggi molte condivisioni si sono registrate. Qualche voce è anche contraria, nonostante le primarie, oltre che nel proprio statuto siano diventate elemento identitario del proprio agire politico . Si tratta di contorsionismo in salsa molisana. Informeremo di questo i loro dirigenti nazionali. I tempi impongono, però, decisioni e non più rinvii.

Non è consentito abdicare per decorrenza dei termini. Le primarie sono “strumento di democrazia” ed anche “luogo di libertà”. Certo solo per chi vi partecipa, ma diventa proprio difficile nel XXI secolo far prevalere logiche di autarchia a quelle di democrazia liberamente espresse”.

Nicola D’Ascanio Presidente della Provincia di Campobasso

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