myNews.iT - Per spazio Pubblicitario chiama il 393.5496623

Fotoracconto della visita di Papa Francesco in Molise.

CAMPOBASSO – Oggi si scrive la storia in Molise. L’arrivo di Papa Francesco rappresenta uno degli eventi più importanti accaduti negli ultimi anni nella regione. Sono trascorsi 19 anni dalla visita di Papa Giovanni Paolo II, che arrivò in Molise per ben due volte: a marzo del 1983 a Termoli e nel 1995 a Campobasso e Agnone. Da allora, il vuoto fino ad oggi, con l’arrivo di Sua Santità Bergoglio.

Il Santo Padre è arrivato in elicottero nell’eliporto dell’Università, dove è stato accolto dall’Arcivescovo Bregantini, insieme al Presidente della Regione Frattura e al sindaco di Campobasso Battista. A parlare subito durante l’accoglienza nell’ateneo è stato Don Pasquale D’Elia della Cappellania Universitaria. “Siamo in 600 nell’Aula Magna e in mille sono fuori. Questo è il primo benvenuto che il Molise Le rivolge”.

Sono circa 80 mila i pellegrini presenti nell’area dell’ex stadio Romagnoli per la messa di Papa Francesco, che sommati ai fedeli dell’area circostante arrivano a circa 100 mila persone.

Il Santo Padre ha affrontato subito il discorso del lavoro, dichiarando: “La domenica libera dal lavoro – eccettuati i servizi necessari – sta ad affermare che la priorità non è all’economico, ma all’umano. Forse è giunto il momento di domandarci se quella di lavorare alla domenica è una vera libertà. Oggi vorrei unire la mia voce a quella di tanti lavoratori e imprenditori di questo territorio nel chiedere che possa attuarsi anche qui un ‘patto per il lavoro’. Non avere lavoro non è solo non avere il necessario per vivere: no, noi possiamo mangiare tutti i giorni, andare alla Caritas o altre associazioni. Il problema è non portare il pane a casa, questo toglie la dignità. Il problema più grave non è la fame, è la dignità: dobbiamo difenderla. Questa è una delle più grandi sfide della nostra epoca: convertirci ad uno sviluppo che sappia rispettare il creato”– ha dichiarato il Pontefice. 

Per il Papa: “Se non cerchiamo di rompere gli schemi non andremo avanti. Bisogna essere creativi sul futuro”.