VENAFRO _ L’Unione Europea ha approvato nel 2006 la cosiddetta Direttiva Servizi il cui recepimento è stato fissato entro la fine del 2009. Tale provvedimento risulta essere un valido strumento per la realizzazione del mercato interno dei servizi e, in generale, per la crescita stessa dell’Unione. I deputati in sede di discussione in Sessione plenaria ancora in corso a Strasburgo, hanno denunciato tramite una risoluzione non legislativa la non corretta applicazione della Direttiva. Mancanza di informazione e burocrazia – è stato affermato in aula – stanno mettendo a rischio il commercio trasfrontaliero dei servizi a più di un anno dalla scadenza del termine per il recepimento delle Direttiva.
“La Direttiva servizi è una legislazione molto importante – ha affermato l’On. Aldo Patriciello – e pertanto, come Parlamento, abbiamo deciso non solo di approvare la legge, ma anche di monitorarne l’applicazione negli Stati membri e garantirne l’efficacia. Tale Direttiva costituisce uno strumento per la crescita dell’Unione europea e la sua attuazione deve integrarsi nel quadro della strategia “Europa 2020” e dell’atto per il mercato unico; il suo recepimento – continua l’Eurodeputato – si traduce in un’importante sfida per gli Stati membri, per le amministrazioni pubbliche e le autorità locali a motivo delle sue disposizioni in materia di diritto di stabilimento e di prestazione di servizi e dell’apertura di sportelli unici per assistere i prestatori di servizi costituiti in Italia per la maggior parte da Piccole e Media Imprese”.
Nel testo approvato sono previsti interventi sul miglioramento delle prestazioni e dell’accessibilità, anche per via elettronica, agli sportelli unici, che offrono informazioni agli imprenditori interessati a fornire servizi transfrontalieri sulle norme in materia di lavoro, previdenza sociale e fiscale. Le informazioni dovrebbero sempre essere disponibili in altre lingue oltre a quella nazionale. “La questione del campo d’applicazione della Direttiva era e resta uno degli argomenti più controversi – continua l’On. Patriciello – anche se la maggioranza degli Stati membri non ha incontrato seri problemi da questo punto di vista. Alcuni servizi, definiti servizi d’interesse generale non economici, quali i servizi di cure sanitarie, la maggior parte dei servizi sociali e i trasporti, erano stati esclusi dalla regolamentazione a causa delle loro specificità, in aula è stato richiesto però che tali ambiti siano disciplinati da un quadro legislativo specifico”.
Verrà rispettata, inoltre la divisione delle competenze con gli Stati membri. “La Direttiva per i servizi – conclude l’On. Patriciello – lascia impregiudicata la libertà, a livello locale, di definire, in linea con il diritto dell’Unione Europea, quali essi ritengano essere servizi d’interesse economico generale, in che modo tali servizi debbano essere organizzati e finanziati in conformità delle regole sugli aiuti di Stato e a quali obblighi specifici debbano essere soggetti”.