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Torre del Cavaliere di San Nicolò (Foto C.L. Smoke)
Torre del Cavaliere di San Nicolò (Foto C.L. Smoke)
SAN NICOLA _ Come si era preannunciato, i residenti nelle Isole Tremiti dovranno attendere il prossimo anno 2012, probabilmente fino a metà maggio, per potere finalmente accedere alla tornata elettorale che determinerà la figura del nuovo Sindaco. Per quanto la notizia possa deludere gli spiriti più frettolosi attivi al momento nella politica isolana, trovo fondamentalmente benefica questa fase di forzata riflessione, che l’accavallarsi di alterne vicende ha determinato. Potremmo quasi definirne la fattispecie come un dono di Dio. Anche perché il Commissario prefettizio Dr. Palombo con il suo efficiente staff promette di riportare il dovuto ordine in una situazione che era divenuta piuttosto caotica.

Certo è che in vista di una consultazione elettorale pressoché immediata, i cittadini non erano affatto pronti a presentare dignitose liste dalle quali emergesse finalmente la figura di una personalità carismatica eccezionalmente dotata, di peso decisivo per determinare una guida sicura, capace di cambiamento radicale nell’assetto delle Isole Tremiti. In pratica, è fuori dubbio l’esistenza  di personalità degne del suddetto rango, all’altezza di programmare, e realizzare, una svolta coraggiosa, nell’amorevole rispetto di qualità umana e buon diritto dei tremitesi nella loro totalità. Ma, ahimè, quelle persone non si trovano al momento invogliate a scendere in campo, perché deluse da tutto un cumulo di eventi che non hanno certo innalzato il rango della politica locale. In tale contesto, mi permetto di esprimere con estrema modestia – non scevra tuttavia di ferma convinzione – una visione che sarei felice di veder fatta propria, se non  dalla cittadinanza nella sua interezza, perlomeno dalla parte migliore di essa.

Se è vero amore quello proclamato di continuo da molti nei confronti delle Isole Tremiti, questo è il momento di provarne con profonda schiettezza lo spessore nobile, inattaccabile da sentimenti deteriori quale il pessimismo, lo sconforto, la disistima. Quand’anche tale passo comportasse sacrifici, rinunce, sofferenze, si consideri tutto ciò un giusto prezzo che va pagato, perché nulla nella vita si ottiene mai gratis. L’ideale per cui si deve combattere ora è un mondo in cui non si debbano più piangere ferite inferte alle Tremiti da ripetuti oltraggi, spesso dovuti alle colpevoli distrazioni, come pure a trascuratezza, anche da parte dei figli prediletti, naturali o adottivi che fossero.

Dal generale caos determinatosi, è come se si attendesse ora lo sprigionarsi di un big bang nel quale alfine vedere profilarsi nitida la figura guida dei prossimi anni. Nel mondo ideale delle aspirazioni profonde, mi piace immaginare in tal senso alcuni dettagli del personaggio sconosciuto. Da pragmatico lungimirante quale vorremmo che fosse, questa persona (non è ancor detto se sia donna oppure uomo) ha capito da tempo che il coinvolgimento generale può determinare, con il concorso di energie e di partecipazione, una nuova forza capace di catalizzare il successo nella realizzazione del disegno evolutivo teso all’abbattimento radicale delle presunzioni più dannose.

Penso che obiettivo primario della politica sia quello di comunicare – attraverso la realizzazione delle varie intenzioni programmatiche – la forza di un messaggio rivolto all’umanità intera. Ciò avviene al di là dei limiti che potrebbero essere imposti da realtà contingenti quali lo spazio, il tempo, le divisioni geopolitiche. L’etica dell’uomo di coscienziosa onestà si estrinseca nell’attenzione precipua che tende a mantenere come valore primario l’essenza umana e l’universo che la contiene. Sarebbe magnifico inoltre se ciò potesse avvenire senza condizionamento da parte della divulgazione mediatica.

Naturalmente, nella realtà intellettuale che condiziona il nostro tempo, non va sottovalutato

Eliporto Isole Tremiti (foto Charly L. Smoke)
Eliporto Isole Tremiti (foto Charly L. Smoke)
quel peso dell’attualità che giunge spesso a influenzare soprattutto il mezzo espressivo dell’uomo pubblico.Questo effetto discende come conseguenza diretta della forza  innegabile del sistema mediatico, che ci conferma come l’informazione, con il potere del proprio fascino, sia divenuta oramai fulcro di una cultura politica globale. Ne consegue che tale concezione politica basata sull’universalità diviene soggetta alla dimensione globale della comunicazione.

E’ proprio questa globalità del messaggio che affascina oggi non solo la moltitudine popolare degli elettori, ma anche i candidati che aspirano ad amministrarne il prossimo futuro. Per detti protagonisti non esiste ormai politica senza divulgazione. La politica stessa si è fatta in tal modo vettore di questa comunicazione, che i migliori spiriti tentano di rendere ricca di umanismo cosmopolita. Ne deriva una visione del mondo quasi telematica.

Il rilievo che nel frangente attuale comincia a scuotere i Tremitesi più attenti appare se mai la totale carenza – individuabile nella condotta passata dell’amministrazione isolana – di una visione universale, laddove si è visto quest’ultima risultare sacrificata con apparente cinismo sull’altare dei particolarismi paesani, delle restrizioni mentali conseguenza di squallidi interessi, delle limitazioni concettuali generate dal reciproco astio personale di pochissimi singoli. Esigui sì nel numero, ma influenti quel tanto che basta per deviare il cammino di una società orientata per tanti versi all’indirizzo esaltante di un progresso comune.

L’umanità in crisi, non resistendo al dolore, si è autoamputata della propria parte più marcia, la coscienza, ritrovandosi così errabonda nell’istinto inesausto teso a reperire una nuova realtà credibile, ma soprattutto vivibile.

Se è vero, come sosteneva Carl Gustav Jung, che le persone posseggono un’apertura mentale corrispondente all’ambitus in cui vivono, la visuale offerta dal teatro naturale delle Tremiti non presenta ostacoli. In tale contesto, i Tremitesi si ritrovano emozionati dal privilegio di panoramiche infinite, il che ci riconduce pertanto alla riflessione: orizzonti sconfinati, idee grandiose. Nessuna traccia di quegli orizzonti ristretti capaci di generare ristrettezza mentale con indirizzo al degrado intellettuale di meschinità e chiusura.

Allora, bisogna concludere, è soltanto la collaborazione solidale a mancare. D’altra parte, qui alle Tremiti, oltre a deprecare l’immobilismo forzato di quella politica giunta ormai al capolinea di un binario morto,  sono troppi a lamentare proprio la divisione patologica esistente.

In tale spirito, vorrei concludere con un’esortazione ragionevole. Abbandoniamoci pure all’istinto spirituale della contemplazione, ma sempre attenti ai segnali dell’animo. Viviamo l’attimo presente come una parte del grande progetto che si concretizza, giorno dopo giorno, a misura delle nostre migliori aspirazioni. Anche il dolore, le ingiustizie, i sogni infranti appartengono intimamente a queste. Non scoraggiamoci mai. Se desideriamo la luna, non dobbiamo temere di puntare alle stelle. E’ certo che il futuro dipenderà dai nostri pensieri di oggi.

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