CAMPOBASSO _ Caro Segretario Landini,
ciò che è accaduto alla FIAT in queste settimane rischia di passare sotto silenzio per via della caduta del Governo Berlusconi e delle drastiche misure adottate con la terza manovra economica del 2011 dal Governo Monti. La grave crisi internazionale causata da un capitalismo speculativo che implode nelle bolle di finanza virtuale e nei titoli tossici, ha messo in ginocchio un’Europa divisa e pavida che si è consegnata nelle mani dei banchieri anziché accelerare il processo di integrazione democratica, popolare e politica. L’Italia paga lo scotto più duro con una recessione che frena i consumi, con decine di migliaia di posti di lavoro che saltano e un impoverimento progressivo delle classi medie per via della perdita del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni. In un simile contesto, non si dà il necessario rilievo alla notizia che una Federazione Sindacale in attività da oltre un secolo e firmataria del primo Accordo alla FIAT nel 1906 venga estromessa dal più significativo luogo di lavoro privato italiano. Ciò che è accaduto lede i diritti costituzionali sanciti nell’art. 39, viola la libertà d’adesione sindacale e preclude al lavoratore la possibilità di organizzarsi in azienda a tutela della propria dignità, della sicurezza lavorativa e dei propri interessi sociali ed economici. Per questa ragione il Governo ed il Parlamento hanno il dovere di intervenire a salvaguardia di due principi fondanti del nostro ordinamento che sono la libertà e la democrazia, non condizionabili da patti o accordi stipulati tra soggetti privati.
La questione in discussione non si circoscrive a diverse posizioni sindacali su materie contrattuali di merito che sono nella libera disponibilità delle parti, ma tratta diritti indisponibili in capo a ciascun lavoratore salvaguardati opportunamente dalla Costituzione e dalle Leggi dello Stato. Auspico un mutamento legislativo dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori che ripristini celermente il disposto originario dell’art. 19 della legge n. 300 del 20 maggio 1970 così che non si vincoli il diritto di un’associazione sindacale ad organizzare i lavoratori all’interno delle aziende con l’obbligo di firma di Contratti Collettivi o Intese che non si condividono nel merito. La legittimazione ad esistere di un sindacato non può essere rimessa nelle mani della controparte imprenditoriale altrimenti si viola la Costituzione e si accettano dei rapporti di forza improntati al ricatto tra libertà e diritto al lavoro.
La dignità di chi lavora non è mercificabile e non può essere subordinata alle necessità di accedere ad un salario che garantisce la sussistenza dei mezzi economici per sé e la propria famiglia. Resto sommessamente a disposizione quale Vice-Presidente della Commissione Lavoro nei limiti dei modesti margini istituzionali a disposizione e scontando da ex-operaio metalmeccanico una scarsa sensibilità su questi temi all’interno di Consigli Regionali in cui imperversano medici, avvocati, architetti, professionisti, dirigenti, docenti, imprenditori e figli d’arte di dinastie ristrette. La mutazione genetica che ha stravolto la politica non agevola la presenza di operai all’interno delle istituzioni ed è sempre più arduo trattare temi inerenti il lavoro all’interno dei consessi pubblici. Per chi come me a 16 anni è andato in fabbrica a fare apprendistato a 125 lire l’ora per una paga giornaliera di 1.000 lire a fronte di un panino che costava 1.600 lire e che dopo sette anni è stato licenziato per rappresaglia antisindacale, dopo 20 anni di lotte sociali e di direzione politica nella CGIL, è impossibile assistere passivamente ad uno strappo che lascerà ingiustamente senza tutele migliaia di iscritti alla FIOM all’interno degli stabilimenti italiani della FIAT.
Michele Petraroia Vice-Presidente Commissione Lavoro Regione Molise
A Michele Petraroia
Signor Petraroia, volevo ringraziarla per le parole e la solidarieta’ dimostrata nei confronti di Maurizio Landini e di tutti i lavoratori!
Quale societa’ sara’ quella che li umilia,mortifica,ammala,nasconde?
Di quale Repubblica fondata sul lavoro si parla?
La nostra umiliata repubblica e’ ormai fondata solo sul lavaggio del cervello,la corruzione,la sopraffazione,l’inganno,l’apparire,il possedere ….Quanta tristezza e umana miseria…
Vili che riempiono le chiese!Ricordate le parole di Gesu’! E rispolveriamo le parole di Marx :Piu’ attuali che mai! Grazie Michele
Un abbraccio Piera