Il coordinamento cittadino Popolari-Liberali
Il coordinamento cittadino Popolari-Liberali
TERMOLI _ Il sindaco Di Brino prende in giro i cittadini, gli imprenditori edili e le cooperative edilizie. In data 31.03.2009 la Conferenza Stato-Regioni ed il Consiglio dei Ministri e successivamente in data 21 Luglio 2009 hanno emanato MISURE URGENTI per rilanciare l’economia e per rispondere ai bisogni abitativi per le famiglie e per la semplificazione delle procedure. Le Leggi emanate dalle Regioni dovevano avere durata temporanea non superiore a 18 mesi. In data 11.12.2009 la Regione Molise emanava la sua Legge sul Piano Casa (n° 30) che intendeva perseguire: “Il rilancio del settore edilizio, e quindi della occupazione con interventi finalizzati al miglioramento della qualità abitativa(art.2) per preservare, ricostruire e rivitalizzare il patrimonio edilizio esistente (art.3) e per promuovere l’edilizia economica per giovani coppie (art. 6)”. In particolare all’art. 6 era concessa la possibilità di reperire aree per la cosiddetta edilizia economica e popolare (convenzionata e sovvenzionata) nelle zone agricole, per quei comuni che fossero sprovvisti di aree per la 167 o che ne avessero in dotazione in misura insufficiente. Ed è il caso di Termoli che dal 2006 attende un nuovo piano di zona dopo che l’Amministrazione Greco ne ha bloccato uno in contrada Colle Macchiuzzo-Difesa Grande, predisposto dall’ Amministrazione Di Giandomenico, e dopo che le Amministrazioni precedenti ne avessero avviato ben quattordici non facendo mai mancare alle cooperative , alle imprese ed all’istituto autonomo per le case popolari, che ne avessero fatto richiesta, suoli per l’insediamento di edilizia convenzionata e sovvenzionata. Di diverso, rispetto a tutte le altre Leggi Regionali, quella del Molise conteneva la possibilità di un generale cambio di destinazione (quasi sempre da ricettiva e di ristoro a residenziale) che , per la quasi totalità è diventata una immorale e gratuita sanatoria mentre in casi analoghi ed in altre Regioni, si è giunti al sequestro di tali strutture “residenziali” che dovevano essere ricettive e di ristoro . La Regione concedeva ai comuni, nel termine perentorio di 60 gg, la possibilità di escludere la applicabilità delle norme, di cui agli articoli 2,3 e 6 in relazione a singole zone urbanistiche.

Il Comune di Termoli ciò ha fatto con la delibera di Consiglio Comunale n° 23 del 30.06.2010.In particolare per la edilizia convenzionata ha previsto la possibilità di edificare in una fascia di 250 m dal perimetro del P.R.G. vigente. Nel rispetto della Legge Nazionale e Regionale il compito del Comune di Termoli doveva essere ultimato. Doveva avviarsi la fase successiva dell’esame delle varie proposte formulate dai cittadini, dalle società e cooperative. Ed invece, il Comune di Termoli, con delibera di Consiglio Comunale n°41 del 19.08.2010 emanava “le linee guida programmatiche per la disciplina degli interventi urbanistici riferiti alla Legge 30/2009” che, per quanto riguarda l’edilizia sociale in zona agricola, riconfermava la delimitazione e l’indice fondiario, ma imponeva, in riferimento a tutti gli altri indici, il rispetto di quelli della zona (agricola). Conclusione: in tali zone nonostante le Leggi (Nazionale e Regionale) non è possibile edificare. E così, grazie all’operato di questa Amministrazione dopo due anni e nove mesi ci si accorge che quelle MISURE URGENTI per rilanciare l’economia e per rispondere ai bisogni abitativi delle famiglie non sono applicabili a Termoli dopo aver provocato alle imprese ed alle cooperative perdita di tempo e di risorse economiche. E’ evidente che, a fronte di tali comportamenti le ipotesi non possono essere che due: Questa Amministrazione ha coscientemente approvato le linee guida e programmatiche per evitare che a Termoli si realizzasse la edificazione sociale così come previsto dalla Legge Nazionale e Regionale. Si ipotizzerebbe in tal caso il dolo e quindi l’obbligo del risarcimento nei confronti delle imprese di costruzione e delle cooperative; L’ Amministrazione Comunale ha approvato con leggerezza le linee guida preparate da qualche tecnico “esperto della materia”.

Sembrerebbe un errore in buona fede anche se , dal documento dei Popolari e Liberali – “Il Fallimento del Piano Casa” – consegnato alla stampa ed a tutti gli Amministratori Comunali, nel Luglio del 2011 si evince che tale errore poteva e doveva essere corretto con la adozione di una nuova Delibera di Consiglio. Ciò non è stato fatto. Come già ipotizzato dal gruppo Popolari e Liberali nel Convegno tenuto a Termoli nel 2009, dopo l’approvazione della Legge n° 30/2009, di questa Legge, ci resta la gratuita sanatoria per i cambi di destinazione da ricettiva e di ristoro a residenze che non solo non ha portato benefici in termini di lavoro per l’auspicata ripresa del settore edilizio, ma ha anche causato la perdita di posti di lavoro nel settore turistico e non solo, fungendo altresì da stimolo per ulteriori e nuovi abusi edilizi nella certezza che ci sarà sempre una Legge per sanarli.

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