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LARINO – Con il piano nazionale di edilizia scolastica i Dirigenti scolastici molisani daranno il via all’operazione di “miglioramento” delle nostre scuole. Per molte scuole anche del Molise i soliti ritardi procedurali, ostacoleranno i lavori e a settembre, molte scuole non saranno più belle e tantomeno sicure, che è la cosa più doverosa per un paese che si definisce civile. Sicuramente pochissime saranno nuove, con i limitati finanziamenti stanziati dal piano nazionale. E’ bene chiarire, che quando si parla genericamente d’interventi di messa in sicurezza, ci si riferisce a interventi che rendono le scuole idonee ad avere i requisiti di agibilità statica (sismica), idoneità igienico sanitaria e prevenzione incendi. Come genitori e insegnanti, che mandano i propri figli e condividono con i propri allievi la pericolosità di molte scuole situate in territori a rischio sismico, ci chiediamo: “Le scuole situate in questi territori avranno tutte, nessuna esclusa, dopo gli interventi, la certificata idoneità sismica?”; “Si darà priorità a interventi finalizzati ad avere la certificazione antisismica?”.
Perché non sono stati utilizzati tutti i fondi stanziati per rendere, prioritariamente, tutte le scuole sicure? Siamo molto preoccupati, perché pensiamo che scuole brutte, vecchie e sporche non hanno mai ucciso nessuno, al contrario, scuole simicamente insicure, espongono costantemente gli allievi e il personale a reali pericoli, in un territorio molisano classificato a rischio sismico. A noi sembra che sia stata ideata, seppur necessaria, una veloce operazione di facciata, che non ha previsto nessuna prioritaria indicazione operativa, che taglia fuori regioni e provincie e lascia tutto alla discrezionalità dei comuni che hanno richiesto il finanziamento e ai Dirigenti scolastici che lo riceveranno.

Avrebbe fatto bene il Governo a richiedere alle istituzioni territoriali, un piano generale di sviluppo edilizio, in sinergia con i piani di razionalizzazione e i finanziamenti già stanziati, favorendo nell’erogazione e nell’utilizzo dei fondi, quelle scuole d’’Italia e del Molise, in cui è carente “l’agibilità statica”. Ci auguriamo, che la frettolosità, i pochi finanziamenti e il non aver seguito procedure regolamentate, non porterà anche nella nostra piccola regione, a possibili fenomeni paradossali, discriminatori e delinquenziali. Speriamo di sbagliarci e di non assistere, tra non molto, a un’interpretazione incompleta dell’espressione “scuole sicure” per cui si investiranno risorse, solo in marginali interventi d’idoneità igienico sanitaria o prevenzione incendi, in quelle scuole bisognose di interventi di messa in sicurezza sismica. Sarebbe molto grave scoprire, che sono state fatte complete ristrutturazioni, in scuole che chiuderanno per mancanza di utenti o perché assorbite da altri comuni e che tali interventi, avranno sciupato ingenti risorse e tolto finanziamenti ad altre scuole che non possono essere messe in sicurezza.

Maggiormente gravi, potrebbero essere, quelle situazioni in cui, oltre a dissipate ingenti risorse inutilmente, queste, sono state anche portatrici di fenomeni di corruzione e infiltrazioni malavitose. Ci auguriamo che l’impegno e l’attenzione del governo Renzi verso la scuola, in prospettiva, si concentri nell’elaborare strategie per piani di edilizia scolastica, meno appariscenti e approssimativi che prevedono l’aumento e la distribuzione dei futuri finanziamenti, con norme regolamentate da chiare indicazioni, che s’integrano con degli obbligatori piani di sviluppo edilizio territoriali, finalizzati ad assicurare la sicurezza, la qualità pedagogico – formativa e la razionalizzazione delle risorse anche attraverso linee tendenziali che portano nel tempo, alla creazione di nuove scuole e innovativi poli scolastici territoriali. Ci auguriamo che la politica regionale, “del cambiamento”, si adoperi nel pianificare il futuro della scuola molisana, seguendo logiche coerenti, lontane da perverse nomine politiche direzionali e inefficaci campanilismi, ed eviti situazioni sconcertanti come ad esempio quella che vede la Scuola Di San Giuliano di Puglia semivuota e quelle a sei chilometri di Colletorto e Rotello, con gli alunni ospitati in fatiscenti prefabbricati.

prof. Elvio Petrecca

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