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Pasquale Di BelloCAMPOBASSO _ Questa mattina il GUP del Tribunale di Cassino, dr. Lanna, ha disposto il proscioglimento del giornalista Pasquale Di Bello dalle accuse di istigazione a delinquere, minaccia e diffamazione a mezzo stampa.Il fatto non sussiste e il fatto non è stato commesso”, questa la formula adottata dal GUP rispetto ai capi di imputazione.  A muovere gli addebiti, e la relativa richiesta di rinvio a giudizio, era stato il capo della Procura di Cassino, dr. Mercone, ritenendo fondata la querela presentata dal presidente della Regione Molise, Michele Iorio, assistito dall’avv. Arturo Messere.

La vicenda nasce da un articolo pubblicato da Pasquale Di Bello sul quotidiano Nuovo Oggi Molise il 30 agosto 2009 dal titolo:E’ ora di aprire il fuoco”. Il governatore del Molise, a cui tre mesi prima era stata recapitata una busta con un proiettile, aveva ritenuto che l’articolo in questione potesse mettere in pericolo la propria incolumità. Iorio, oltre alla punizione di Pasquale Di Bello, si è anche costituito parte civile chiedendo un risarcimento di 200mila euro.

 “Finalmente comincia a crollare il fantasioso castello di accuse messo in piedi per ridurre al silenzio un giornalista scomodo e allergico alle liturgie di Palazzo”, ha dichiarato Pasquale Di Bello, difeso dall’avvocato Gaetano Caterina. “Sono contento – ha proseguito il giornalista – perché a vincere non è stata la mia persona ma la libertà di stampa e di critica politica”.

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