Purtuttavia, ci permettiamo di esprimere dissenso sul ragionamento politico che addosserebbe la responsabilità di siffatto comportamento sfascista alla sinistra che continuerebbe, a suo dire, a “giocare alla sfascio” ed a condannarsi alla debacle elettorale.
Nella realtà (che Francesco dovrebbe conoscere molto bene !! ) il progetto di rilancio territoriale del bassomolise attorno ad una strategia di sviluppo locale concertato e condiviso dal partenariato pubblico- privato che assegna al COSIB, unitamente all’Unione dei Comuni, una funzione determinante di propulsione allo sviluppo, è stato preparato da intuizioni, alla cui elaborazione ha contribuito anche una parte importante della sinistra bassomolisana e del PD, che al primo posto hanno messo il ‘fare positivo’. In realtà al centro del processo c’è una visione comune basata sulla cultura e la pratica della sussidiarietà che hanno alimentato un ‘dialogo positivo’ costruito sugli interessi generali del territorio. Questa visione ‘nuova’ nasceva come ipotesi di soluzione del problema decennale del blocco dello sviluppo basso molisano, alla cui origine c’era il municipalismo, lo Statalismo e la deriva partitocratica dei soggetti politici operanti nel territorio.
Non a caso l’iniziativa è partita dai Sindaci ( 4 di sinistra e 3 di destra) e dal Cosib, che in questo modo ridisegnavano il proprio ruolo e le proprie logiche al servizio di un territorio più ampio, rispetto l’area ristretta su cui erano abituati ad operare nei decenni precedenti, pensato e gestito come sistema di relazioni per lo sviluppo. Questo per precisare che il patrimonio metodologico e di contenuti che ne è risultato non può essere considerato mero appannaggio di una parte. Infatti, lo sviluppo democratico e compatibile può essere garantito solo se l’intero territorio con i suoi variegati interessi e la ‘ricchezza’ delle sensibilità si mobilitano. Questo convincimento non imbarazza la sinistra riformista. Anzi ne costituisce motivo fondativo della cultura politica che le è propria. E si afferma come ‘rifiuto concreto’ del politicismo populista di chi vuole alimentare rendite elettorali costruite sulla logica binaria amico-nemico. Logica usata nell’epoca delle ideologie totalitarie del secolo scorso che evidentemente oggi non incanta più nessuno.
Tranne i resti putrescenti degli apparati politico-burocratici costruiti nel secolo delle ideologie. Alla luce di queste considerazioni l’amico Di Falco, forse senza volerlo, ha finito per usare uno schema culturale che è alla base dello sfascismo di certi rappresentanti, sia di sinistra che di destra. Per quanto riguarda la sinistra, siamo convinti che fino a quando prevarranno il conservatorismo ed il populismo (su questo siamo d’accordo con Francesco), non riuscirà a portare il riformismo al governo del paese. Ed allora più che il binomio destra-sinistra, forse occorre mettere in campo un nuovo paradigma. Lo scontro tra conservazione-innovazione. E dentro questo schema ritrovare le ragioni di una nuova distinzione tra una sinistra e una destra moderne.
Federazione PD Basso Molise