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Palazzo della Zeta Costruzioni in via M.MilanoTERMOLI _ Gentile Assessore, non posso sottrarmi dall’esprimerLe lo stupore ed il disappunto avvertiti nel leggere sugli organi di stampa il suo intervento sulla vicenda Zeta Costruzioni. Lo stupore deriva dal fatto che Lei, che esercita la professione di avvocato, assuma a difesa dell’operato dell‘Amministrazione, l’art. 938 del Codice Civile che nulla rinviene con la materia oggetto del contendere. D’altra parte, anche ammesso quanto da Lei sostenuto e cioè che la proprietà del fondo attiguo fosse del Comune, quest’ultimo in quanto Ente Pubblico avrebbe dovuto sanzionare chi ha occupato abusivamente il fondo e non cederglielo amichevolmente.   Cosa che, nella fattispecie, il Comune di Termoli non può fare per due ragioni: la prima perché ci riferiamo ad un’area ricadente nel patrimonio indisponibile e la seconda perché manca il regolamento sulle cessioni. Se invece, come in realtà sembrerebbe essere, il bene è di proprietà del privato, allora il Comune non ha nessun titolo ad inserirsi in tale situazione e, con la vendita di un bene altrui compirebbe un atto non solo illegittimo ma addirittura illecito.

D ‘altronde, che il bene non sia del Comune lo dimostra non solo la sentenza del Tribunale di Larino sez. staccata di Termoli che rigettava la richiesta di usucapione dell ‘area da parte di “Zeta Costruzioni” e rimetteva nel possesso gli originari proprietari, ma anche il fatto che il terreno in questione costituisca il relitto di una permuta della stessa particella ben più grande, circa 900mq. definita per la realizzazione di Pozzo Dolce e, per questo, mai volturata, se non impropriamente dall “Amministrazione di cui Lei fa parte e, successivamente, alla sentenza del marzo 2009.

Inoltre, gentile Assessore lacampo, sarebbe opportuno conoscere da Lei per quale ragione la stessa “Zeta Costruzioni “abbia rivendicato la proprietà del bene dai legittimi proprietari e non già dal Comune come sempre Lei impropriamente sostiene. Pertanto, come vede Assessore, la questione è ben più complessa di come Lei ha tentato di far passare e ritengo doveroso farLe sommessamente notare che se un semplice Cittadino realizza un’opera su un bene altrui o semplicemente realizza senza autorizzazione un piccolissimo manufatto come una tettoia o un porticato in legno, è soggetto a visita della Polizia municipale, all’apposizione di sigilli ed è costretto a presentarsi in Tribunale per giustificare l‘opera realizzata o in via di realizzazione, con l’obbligo di abbattimento del manufatto.

In questo caso, non solo tutto questo non è accaduto ma addirittura si procede a proporre la vendita di un’area occupata abusivamente nemmeno di proprietà del Comune. Questo è l’emblema del Vostro comportamento: ‘Forti con i deboli e deboli con i potenti”. Tanto, Assessore per invitarLa ad una maggiore attenzione e ad un ulteriore approfondimento delle questioni trattate, altrimenti mi vedo costretto a suggeriLe di rimettere l‘incarico attualmente ricoperto, nell‘esclusivo interesse della Collettività.

Cordialmente Il Consigliere comunale
Antonio Di Brino