Di tutt’altro avviso gli esponenti della minoranza che considerano la proprietà di quel “fazzoletto di terra” ancora non chiara vista la presenza di un contenzioso giudiziario.

Il palazzo realizzato da Zeta Costruzioni

TERMOLI _ I diciassette metri quadri in via Mario Milano al centro di un vero e proprio caso politico e contenzioso giudiziario saranno venduti all’asta? Potrebbe essere una delle soluzioni al vaglio dei consulenti del Comune per poter chiudere la vicenda che starebbe danneggiando in maniera significativa l’imprenditore termolese, titolare della ditta “Zeta costruzioni” che ha realizzato un palazzo in centro in fase di definizione. Gli interventi non potranno essere completamente conclusi a causa di quel “fazzoletto di terra” la cui proprietà è rivendicata dall’Amministrazione Greco e dai primi titolari, la famiglia Cieri.

Secondo questi ultimi è loro mentre per il comune sarebbe valido il passaggio di proprietà effettuato anni addietro. Nelle ultime settimane gli avvocati del Palazzo di Città erano propensi a presentare la cessione dell’area in consiglio comunale mentre ora, secondo testimonianze raccolte, si starebbe pensando ad un’asta pubblica.

In ogni caso i Consiglieri di minoranza del Comune di Termoli seguono passo passo l’ingarbugliata diatriba ed hanno già annunciato la loro contrarietà sia all’ipotesi di cessione dell’area da parte del Comune alla ditta, quindi di una votazione in assemblea civica, sia all’altra ipotesi di un’asta pubblica.

Nel frattempo gli amministratori della società edile Zeta Costruzioni hanno inviato una lettera in cui si invita il Sindaco, il Presidente del Consiglio, gli esponenti di maggioranza ed opposizione a cedere il terreno di proprietà del Comune alla ditta al fine di evitare un danno economico grave ed irreparabile.

Nonostante la mancanza di uno specifico frazionamento _ scrivono gli amministratori della società edile _, inteso quale condizione di validità degli effetti della permuta, gli eredi Cieri continuano erroneamente ad asserire che doveva necessariamente procedersi ad un frazionamento della loro proprietà ceduta, così appigliandosi alle successive variazioni catastali effettuate dal Comune nel corso degli anni per delimitare l’effettiva estensione della nuova proprietà comunale e così avvalorare la propria artificiosa tesi. Ma evidentemente gli eredi Cieri ignorano che tali ultime attività non rilevano ai fini dell’accertamento dell’effettivo diritto di proprietà e dei suoi confini, in quanto tale verifica richiede ben più complesse indagini, tanto da essere definito nel linguaggio processuale come “probatio diabolica”. Alcun frazionamento è stato stabilito quale condizioni essenziale a cui subordinare la validità e l’efficacia degli effetti del contratto di permuta. Gli eredi Cieri invero hanno modificato la realtà storica e giuridica dell’intera vicenda in proprio favore approfittando di dati catastali che, fino alla voltura del 12.06.2009 apparivano incompleti. La rivendicazione di proprietà appare quantomeno anomala, impropria, illegittima, lacunosa, generica ed incompleta“.

Dunque Zeta Costruzione rivendica la titolarità del Comune su quei 17 metri quadrati e la legittimità della cessione dell’area alla ditta stessa.

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