Bidoni a colori, croce e delizia del “porta a porta”.

Col problema dei rifiuti si è sempre in uno stato di emergenza: ormai è stato detto tutto ed il contrario di tutto! Purtroppo le “campagne” di comunicazione e di sensibilizzazione che si sono susseguite negli anni hanno lasciato deboli tracce nella coscienza civile, forse perché spesso hanno lanciato solo messaggi generici rimandando al futuro i problemi concreti e le risoluzioni adeguate alle tante difficoltà! Nella confusione di immagini, di parole, di slogan pubblicitari, spesso vien da chiedersi perché comportarsi correttamente quando gli altri restano nella più totale indifferenza.
Questo tipo di atteggiamento si può vincere con una campagna di comunicazione chiara: “tutti dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento, dal semplice cittadino alla grande impresa”. L’idea della campagna di sensibilizzazione dovrebbe basarsi proprio su questo: toccare l’orgoglio personale, quell’individualismo che ci frena e non ci fa mai andare troppo lontano… E nella storia esempi di questo nostro limite tanto deprecabile ce ne sono a iosa! Per questo “non facciamoci riconoscere”! Che non è certo un rimprovero ma un invito a un maggior senso di responsabilità.
Sarà bene sottolineare che questo “slogan” deve essere valido tanto per il cittadino quanto per le Istituzioni che amministrano e per le Società deputate ai servizi di raccolta e di smaltimento, invitate anch’esse ad operare secondo principi di eccellenza professionale! I detrattori, coloro che voltano le spalle vivendo nell’indifferenza, nell’anarchica scelta del “vivo come mi pare”, ruba qualcosa di importante ad ognuno di noi: la possibilità di risolvere i problemi e il nostro futuro!! “Persino un flebile battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”.
Questa frase tanto famosa sulla teoria del caos racconta di come anche una minima variazione da una qualsiasi parte del mondo può produrre un grande cambiamento! Un altro “slogan”, dunque, per dire che si possono produrre effetti benefici e non solo disastri! Possono sembrare parole buttate lì come una miccia per innescare nuove polemiche, ma è indiscutibile che il piccolo gesto di ognuno può portare verso un obiettivo più grande: un mondo senza rifiuti! Affinché questo non resti solo un’utopia dobbiamo voltare pagina e pensare diversamente, pensare “differenziato”. Crederci fa senz’altro la differenza e questa differenza è la vera forza perché produce una via alternativa! Rendere i rifiuti una risorsa è diventato ormai basilare specie per territori, come quello di Termoli, che ha visto negli ultimi anni un consistente aumento demografico, rendendo probabilmente gli impianti che raccolgono i rifiuti insufficienti, obsoleti e ad alto impatto ambientale.
Tutto questo accade nella nostra città probabilmente con grave ritardo rispetto ad altre realtà d’Italia o d’Europa, dove determinati sistemi sono collaudati ormai da diverso tempo! C’è da dire che la raccolta differenziata in Italia è in crisi non (solo) perché se ne fa poca, ma perché a causa della crisi sono crollati i prezzi dei materiali destinati al recupero. Nessuno li vuole e con l’aria che tira riciclare non è più economicamente vantaggioso. Ma allora cosa bisogna fare di tutta la roba che buttiamo? Certamente la cosa più deleteria sarebbe continuare ad inneggiare alle discariche e agli inceneritori.
In realtà il problema dei rifiuti si risolve evitando di produrre rifiuti!! Sembrerebbe un paradosso, ma è così… Quando acquistiamo un flacone di detersivo, paghiamo sia il contenuto (l’unica cosa che serve) sia il contenitore. E poi paghiamo di nuovo la bolletta dei rifiuti perché qualcuno ci porti via da casa quel contenitore. Insomma, un’autentica follia. Per fortuna esiste ancora il vuoto a rendere e i prodotti alla spina spesso odiati, chissà perché, ai piani alti dei palazzi di governo! Forse perché in quei contesti vige la logica del profitto dove è possibile guadagnare due volte producendo i contenitori inutili: prima vendendoli ai consumatori con qualcosa dentro, e poi facendosi pagare dai consumatori per portarli via quando sono vuoti. Contenitori, confezioni ed imballaggi probabilmente non sono del tutto eliminabili. In larga parte sì, però: e riuscire in questo intento non può che produrre effetti benefici sia sull’ambiente che sulle tasche dei cittadini! I pochi rifiuti che non si può fare a meno di produrre devono andare alla raccolta differenziata e al riciclaggio. Una cosa è certa: tutto ciò che, non più utilizzato, viene avviato ad una nuova vita di sicuro non impoverisce le risorse del pianeta! Per far si che questo progetto funzioni diventa però essenziale lavorare in sinergia, controllare e rendere noto al cittadino il destino della differenziata in modo da sfatare eventuali dicerie o ambiguità sulla medesima destinazione! Un sistema democratico in cui ciascuno, senza vittimismi, controlli se stesso per garantire un sistema di qualità, un circuito sicuro che funzioni davvero! Legiferare, divulgare e controllare la destinazione dei materiali inerti, dei rifiuti, perché anche Termoli possa distinguersi per virtuosismi e non solo per antiche stonature! Ma ci vuole collaborazione, chiarezza e il dialogo tra le parti. Come per ogni cosa che cambia in modo repentino non tutti si adattano al cambiamento; anzi le difficoltà sono e saranno molteplici! Basti pensare che gli ultimi superstiti bidoni tradizionali, quelli verdi, sono stati presi d’assalto nelle ultime settimane. C’è chi si è persino caricato la spazzatura in auto per andare a gettarla nel comune limitrofo, col risultato di far navigare altri nell’immondizia.
La questione “bidoni” è ormai diventata a Termoli una sindrome, un morbo, una fobia! Vero è che ci sono problematiche che dovranno essere risolte, specialmente quelle legate al decoro del centro storico che non passa certo solo per l’esposizione dei bidoni ma anche per il riassetto urbano che tenga conto di un piano regolatore appropriato! Poi bisogna tener conto delle fasce orarie e del periodo estivo. Ma non si può ridurre sempre tutto ad una tragedia! Anzi, una certa ironia non guasta mai! Il problema, ad esempio, sarà quello di trovare il tempo di applicarsi allo studio del manuale per la differenziata senza correre rischi o sanzioni. Si, perché ci vuole uno studio vero e approfondito!! In quali bidone possono essere inseriti i rifiuti che prima venivano infilati in un solo sacchetto? In quali bidoni dovranno essere gettati? E poi, non dimentichiamolo: c’è la carta assassina… Pensi che sia tutta carta e invece no! Se è sporca di detergenti va nell’indifferenziato. Ma se ci si soffia il naso va nell’umido. Quella dei salumi e dei formaggi va nell’indifferenziato. Insomma, avremo un gran da fare a studiare tutto sin nei minimi dettagli e far luce su mille dubbi e curiosità.
Ma leggere la guida è anche simpatico perché scopri, ad esempio, dove gettare le cose comuni e gli oggetti più impensabili! Poi è indubbio che ci sono grandi vantaggi: intanto si comincia a comprare meno cioccolata. Perché all’esterno è fasciata con la plastica o la carta e dentro ha il foglio d’alluminio… e bisogna interrogare tutti i bidoni, tanto che alla fine passa la voglia di mangiarla con gran beneficio del colesterolo e della glicemia! Passa anche la voglia di fumare sigarette visto che un solo pacchetto coinvolge tre bidoni, con gran sollievo dei polmoni! Poi c’è il calendario con le sue mille raccomandazioni e gli orari a cui bisogna attenersi per portare in strada ogni giorno un bidone differente con la speranza che il mancato ritiro della Teramo Ambiente sia solo una questione iniziale di rodaggio!
Un modo anche questo studiato ad hoc per rispettare la salute del cittadino, costretto a fare due passi la sera senza fossilizzarsi in poltrona o davanti alla TV. Insomma, facciamoci due risate, non può essere tutto così tragico! Resta da dire che se veramente tanto sforzo ha un senso, come credo che sia, allora ben venga la differenziata ed anche subito!!
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3 Commenti

  1. Caro Liberato
    I cittadini termolesi non contestano la raccolta differenziata, ma il sistema porta a porta che già fallimentare. Non possiamo trattare la periferia in una maniera ed il centro in un’altra. Sarà necessario creare le isole ecologiche di prossimità per tutta Termoli. La forza lavoro dell TeAM non basta a coniugare l’efficacia con l’efficienza e quindi il risultato, almeno per il momento è fallimentare. L’amministrazione comunale dovrebbe avere il coraggio di rivedere i propri passi, rettificando il servizio, cioè differnziare con un sistema diverso dal porta a porta. Quanto detto da Liberato Russo è giusto in parte e senza sfociare nella filosofia di cattedra.