TERMOLI – La minoranza comunale non ci sta alla decisione del Presidente del Consiglio Manuela Vigilante di non ammettere la richiesta di consiglio comunale monotematico sul raddoppio Termoli-Lesina ed oggi gliele “canta” in una conferenza stampa in Municipio. Gli esponenti dell’opposizione, dall’ex sindaco Antonio Di Brino a Nik Di Michele del Movimento 5 Stelle a Michele Marone fino a giungere a Paolo Marinucci di LiberaTermoli hanno denunciato quello che considerano un vero e proprio “sopruso”, una sorta di escamotage per sottrarsi al dibattuto pubblico e politico. “In assenza di convocazione del consiglio da parte della presidente Vigilante, così come richiesto dalla minoranza, interviene il Prefetto previa diffida – hanno dichiarato i consiglieri di minoranza -. Riteniamo che il comportamento assunto dalla Vigilante, sia del tutto illegittimo. Non è possibile non convocare un consiglio comunale ritenendo l’ordine del giorno inammissibile perchè le motivazioni sono già state riportate in altre delibere di consiglio. Non è così. A questo punto ci rivolgeremo anche al dipartiremo enti locali del Ministero dell’interno”.
Sulla vicenda, l’ex sindaco non è intenzionato a rassegnarsi. “Non ci fermiamo qui perchè riteniamo che questo sia un atteggiamento dei paesi dell’America Latina. Calpestare regole e violare regolamenti, norme e quant’altro, significa non rispettare quelli che sono i criteri e le prerogative della democrazia“.
Di Brino, poi, prosegue la polemica attaccando l’amministrazione comunale sulla riqualificazione del centro ed i lavori di Corso Nazionale. “In 6 mesi questa amministrazione ha creato più danni che la peste a Milano di manzoniana memoria perchè le opere sono bloccate – ha detto -. In particolare il Corso nazionale, il progetto è stato completamente modificato. Mi sembra più un viale che porta ad un cimitero piuttosto che un corso di una città bella e turistica come Termoli”.
