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In Molise i nostri portavoce in Consiglio regionale Patrizia Manzo e Antonio Federico hanno rinunciato a oltre 549 mila euro. Se lo avessero fatto tutti i consiglieri, avremmo risparmiato cinque milioni di euro in cinque anni.
La rinuncia è un atto nobile, un patto con i cittadini, ma non accettiamo lezioni da chi ha sempre respinto le nostre proposte di riduzione dei costi della politica, da chi non ha rinunciato a un euro del proprio stipendio.
I parlamentari Pd non hanno restituito un centesimo. Ognuno di loro ha preso una media di 145 mila euro mentre milioni di italiani sono in condizioni di povertà. A livello nazionale abbiamo restituito 23 milioni di euro grazie ai quali sono state create settemila aziende per 14 mila posti di lavoro. Oggi ci attaccano in merito a un regolamento interno, quello della restituzione volontaria dello stipendio. Gli altri partiti non solo non restituiscono un euro ai cittadini, ma si intascano pure i rimborsi elettorali. Ora hanno anche il coraggio di farci la morale? Se ci sono stati degli errori o qualcuno ha fatto il furbo è giusto che paghi e che se ne assumi la responsabilità. Ma gridare allo scandalo e inventarsi termini come ‘rimborsopoli’ per creare nell’immaginario collettivo chissà quali ruberie è paradossale e scorretto. Non c’è alcun reato. Non si può accettare che la mancata restituzione di una piccolissima parte del totale riferito alla restituzione non dovuta del proprio stipendio sia demonizzata e paragonata, solo per fare un esempio, ai 48 milioni di euro di soldi pubblici spariti dalle casse della Lega tanto cara a Salvini, per cui sono stati condannati Umberto Bossi, suo figlio e il tesoriere Belsito per truffa ai danni dello Stato.
Movimento 5 Stelle Molise