Roberti durante Consiglio
TERMOLI _ In riferimento a quanto dichiarato dai quattro sindaci che compongono il direttivo del Cosib, in qualità di consiglieri comunali di Termoli, con piacere, apprendiamo, di aver contribuito ad approvare un documento che a loro dire “rappresenta la cartina di tornasole di un quadro di palese approssimazione politica” (relata refere).

Considerata la disarmante solerzia e l’attenzione con la quale costoro riescono a distinguere i reflui industriali da quelli di percolato da discariche, non possiamo che sentirci tranquilli per la loro attività di rappresentanza e controllo all’interno del direttivo del Cosib.

Dovremmo forse rammaricarci per non aver votato favorevolmente alla mozione per il commissariamento del Cosib? Tale ente, se risulta vero quanto riportato su alcuni organi di stampa locale, avrebbe sanato la sofferenza di cassa con soldi provenienti da società di dubbia liceità. Non vi è chi non veda che i sindaci, Camilleri, Mascio, Facciolla e Antonacci, ben avrebbero potuto, al fine di comprendere la provenienza dei proventi che avrebbero risanato le casse dell’ente e quindi all’atto dell’approvazione dei bilanci, adoperare la stessa solerzia ed attenzione da essi dimostrata per distinguere i reflui industriali dal percolato; se così fosse stato probabilmente non staremmo qui a discutere della cronaca raccontata dai giornali, ma a programmare in sinergia il futuro e lo sviluppo di un ambito territoriale.

Sarebbe retorico chiedere a costoro se il principio a cui fanno riferimento per un’adeguata rappresentanza politica al Cosib sia in funzione del contributo territoriale o piuttosto si basi sul generale principio che le scelte fatte sull’area consortile comunque coinvolgerebbe i comuni da loro rappresentati. Orbene dando per buono siffatto principio e pur concedendovi il beneficio del dubbio, di non essere informati su quanto stava accadendo nel Consorzio, oggi, non vi pare il momento di assumervi la responsabilità di rispondere ai vostri concittadini e dire loro se siete d’accordo o meno a non consentire più lo sversamento di percolato proveniente da fuori regione nel depuratore consortile?

Non vi pare il momento di chiarire ai vostri concittadini se è vero o meno che alcune società provenienti da fuori regione per lo scarico di percolato, hanno avuto coinvolgimenti con organizzazioni malavitose? Non vi pare il momento di informare i vostri concittadini e spiegare da chi, dove e come vengono trattati i fanghi attivi, ossia quella parte di residuo che si ottiene dalla depurazione, poiché se disseminati indiscriminatamente nell’ambiente, procurerebbero seri danni al territorio? Queste sono le vere risposte che ogni cittadino si attende dai propri rappresentanti, e non la difesa ostinata come l’ultimo dei giapponesi, nel continuare a sostenere di non aver deliberato alcun atto che autorizzi tali attività.

Cari Sindaci, ad oggi, queste risposte da parte vostra non risultano essere pervenute… Concludiamo dicendo che la nostra non vuole essere una cacciata dei Proci da Itaca, ma visti i tempi, bisogna pur cominciare a veicolare un messaggio chiaro e inoppugnabile: la classe politica che rappresenta il territorio di Termoli, non può più esser umiliata da nessuno.

E’ giunto il momento di fare chiarezza sia per il bene della politica che per il rispetto degli elettori, evidenziando che la stima e il rispetto per un territorio passa inevitabilmente per la stima e il rispetto della classe politica che lo rappresenta. Pertanto, oggi, pretendiamo, da chi di dovere, segnali tangibili per consentire a chi è stato eletto democraticamente dal popolo di tornare ad amministrare il proprio territorio nel rispetto di quel mandato ottenuto dagli elettori, ognuno per il proprio conto e per le proprie responsabilità.

I consiglieri del Comune di Termoli:
Francesco Roberti, Giuseppe Ragni, Nicola Camaioni, Angelo Farina

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1 commento

  1. La vicenda merita alcune riflessioni:
    1) L’atteggiamento corporativo dei sindaci a difesa della discutibile scelta del vertice COSIB e, indirettamente, della loro poltrona; un classico “do ut des” che non fa onore al ruolo ricoperto.
    2) Certo, i 4 consiglieri avrebbero fatto bene a votare anche per il commissariamento e non ad astenersi; votare il commissariamento non avrebbe avuto alcun risultato pratico (il potere di deciderlo è in capo a ben altri soggetti) ma sarebbe stato un chiaro segnale politico, in coerenza con la loro posizione di fermo dissenso dalla scelta del COSIB, che io sento di condividere.
    3) L’atteggiamento dei 4 può, altresì, apparire anche come un forte scossone ad una maggioranza che in tantissimi abbiamo fortemente sostenuto sul piano elettorale ma che comincia a deludere un numero sempre crescente di termolesi.
    4) Di Brino provi ad immaginare cosa potrebbe accadere se ai 4 dovessero aggiungersene altri; ai più risulta che altri consiglieri, oltre i 4, sono delusi dell’andazzo; anche Greco era partito con una ampia maggioranza e con il vento in poppa, e poi ……