CAMPOBASSO _ Il Premio di Produttività pagato solo parzialmente, il Premio 2011/2013 che non viene rinnovato, la situazione in pieno degrado dei nostri uffici, la condizione dei servizi postali che, anche dopo la riorganizzazione, langue inesorabilmente. Per tutto questo – dice Antonio D’Alessandro – abbiamo aperto una grande battaglia allo scopo di affermare la verità all’interno dell’Azienda. Lotteremo per un mese, lotteremo senza esclusioni di colpi. “Con nostra grande sorpresa – esordisce Antonio D’Alessandro, Segretario della CISL Poste di Campobasso – lo scorso giugno ci è stato comunicato che il Premio di Produttività non sarebbe stato pagato per intero ai lavoratori, non essendo stati raggiunti compiutamente gli obiettivi. Eppure l’Azienda aveva assicurato che, attraverso formule e meccanismi diversi, si sarebbe provveduto a recuperare quei 220 euro medi che erano stati sottratti a ciascuno di noi. Era una bugia!

L’Azienda non ha mantenuto quell’impegno e, con nostra grande sorpresa, abbiamo dovuto constatare che gli obiettivi erano stati raggiunti solamente dai dirigenti che avevano in quello stesso periodo percepito premi così ingenti da rasentare l’immoralità. Alcuni premi erano di importo pari addirittura a undici anni di stipendio di un portalettere. Abbiamo aperto quindi un conflitto di lavoro per cercare di ristabilire uno stato di equità all’interno dell’Azienda e, con l’occasione, abbiamo ritenuto di aprire una vertenza più ampia, per non dare la sensazione, specialmente in questo momento di grave crisi economica del Paese, che la nostra battaglia fosse rivolta unicamente a qualche soldo da recuperare. Abbiamo aperto perciò una vertenza che riguardava anche le condizioni dei nostri uffici, le carenze del servizio, le difficoltà dei lavoratori applicati, la mancanza di strumenti nonché le falle di un servizio informatico che funziona a singhiozzo. Senza usare mezzi termini, abbiamo aperto un vero e proprio conflitto, perché dopo il grande accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali dell’anno scorso, tutto ciò che l’Azienda avrebbe dovuto mettere in campo per sostenere quella riorganizzazione non è stata attuata ed è per questo che le condizioni generali sono ancora di forte disagio, con i continui rallentamenti nell’erogazione dei servizi, con l’abbassamento della qualità stessa di tali servizi, con la carenza di personale e con le crescenti difficoltà di tutti i nostri operatori.

E in questo contesto, durante la fase della discussione del conflitto di lavoro, davvero inaspettata e incomprensibile ci è apparsa la sottoscrizione, da parte della Cgil con l’Azienda, di un accordo per l’erogazione di 935 euro di acconto nel mese di ottobre. Naturalmente la Cisl ha rifiutato quell’accordo, e insieme con noi anche Uil, Ugl e Sailp hanno detto no. È naturale. Perché prima di accettare un simile compromesso poniamo delle domande ben precise: che fine hanno fatto i 220 euro dell’anno scorso? E che fine farà il proposito di recuperare le risorse necessarie al rinnovo del premio del 2010/ 2013? Se avessimo voluto accontentarci di un’autonoma elargizione dell’Azienda, se fossimo stati capaci di accettare quest’elemosina, avremmo potuto farlo anche a luglio, ma noi riteniamo che sotto ricatto non si può raggiungere alcun buon accordo e non è giusto che quest’Azienda si divida in ricchi e in poveri e che si accentui sempre più il divario tra queste categorie.

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