CAMPOBASSO _ Antonio D’Alessandro Segretario della CISL Poste, in questi giorni sta girando tra gli uffici Postali per la consegna delle copie del CCNL, e racconta che parlando con i colleghi mi accorgo che sempre più spesso ricorre la frase: Non ce la faccio più. Mi accorgo che l’espressione del viso è quella di una richiesta vera di aiuto. Cerco di alleggerire la discussione, motivare il più convincentemente possibile l’atteggiamento dell’azienda e dei suoi dirigenti: il mercato, la crisi, la concorrenza, il mantenimento dell’occupazione.

Ma poi – continua Antonio D’Alessandro – mi soffermo a ripensare a quei volti, a quelle richieste di aiuto e mi chiedo: ma i nostri dirigenti si soffermano un attimo, almeno un attimo, a ripensare alla loro giornata, alle loro e-mail, ai loro discorsi, alle loro telefonate, alle loro pressioni. Mi chiedo: ma si sono mai chiesti se il loro atteggiamento possa ferire, causare danni ai colleghi che li subiscono; se pensano ai soggetti più deboli che somatizzano lo stress riportandolo nelle loro famiglie, alle conseguenze in generale che posso portare? Hanno mai pensato per un attimo, solo attimo, se il loro tornaconto, perché trattasi di mero tornaconto personale che sia esso di potere o economico o entrambi, giustifichi tutto ciò.

Se il solo fatto di essere uno strato di una piramide e di subire a loro volta tutte le pressioni possa sopire la loro coscienza. Si sono mai soffermati un attimo, solo un attimo, tornando a casa su ciò che avevano fatto, su quello che avevano detto e su come lo avevano detto? Si sono mai soffermati a pensare che loro poggiano su portanti sempre più fragili, usurati da una azienda che sta trasformando sempre di più le persone in invisibili numeri. Hanno mai pensato per un attimo, solo per un attimo, che il rapporto umano, in un mondo che corre dietro al denaro, al potere, ha un valore molto più grande e che lascia qualcosa dentro .

Hanno mai pensato qualche volta di fare una telefonata, una e-mail con il sorriso sulle labbra. Guardare le persone come essere umani e non come armi per raggiungere il proprio obiettivo. Di stare con loro per vivere con loro, per sentirsi uno di loro. Mi chiedo se sarà possibile un giorno guardarsi e riuscire a sorridere con gli occhi. Vi chiedo – conclude Antonio D’Alessandro, rivolgendosi direttamente alla dirigenza – per un attimo, solo per un attimo, di fermarvi a pensare, ovunque voi siate, qualsiasi cosa state facendo, non ai numeri, al budget, al potere ma alle persone che vi sono intorno in modo diverso dal solito; forse non vi porterà ricavi, ma di sicuro vi porterà GIOIA.

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