Dopo il sit-in dinanzi ai cancelli e l’occupazione delle aule, i ragazzi hanno deciso di organizzarsi diversamente e rendere pubblico il proprio dissenso: “Abbiamo deciso di camminare per le strade della città per dare un segnale forte che possa, in qualche modo, dare l’avvio per risolvere la situazione – spiegano gli studenti – Oggi siamo qui per difendere il nostro diritto allo studio, che è in pericolo a causa della nuova legge sull’istruzione che prevede costi elevati a carico delle famiglie per l’acquisto di materiale scolastico”.
È il caso di dire ‘oltre il danno la beffa’. Con la nuova norma di stabilità, infatti, vengono azzerati i fondi provenienti dalla legge 440/97 da cui deriva il denaro da destinarsi all’offerta formativa di ogni scuola, in favore del nuovo fondo ‘Buona scuola’, che andrebbe a ledere l’autonomia scolastica con conseguente rincaro delle tasse scolastiche che graverebbero sulle famiglie. Negli ultimi anni la contribuzione proveniente dai nuclei familiari, infatti, ha subìto un rincaro esponenziale che, in periodo di crisi, non è più sostenibile: “Oltre ai costi dei libri e delle tasse scolastiche ci è stato chiesto un contributo per l’acquisto di materiale da laboratorio – continuano i rappresentanti di istituto – Questi costi, che fino a poco tempo fa erano a carico dell’istituto, da quest’anno incombono su di noi ed i nostri genitori”. Con il bene placido del Preside che ha autorizzato la protesta odierna, come specificato dagli alunni, si chiede “il ripristino del fondo a favore delle scuole per permettere ai giovani di studiare ed assicurare un futuro a tutti noi”.
Solo una nota di rammarico si evince dalle parole dei rappresentanti d’istituto: “Ci accusano che non facciamo nulla per opporci alla situazione, ma questa mattina siamo solo cento studenti su milleduecento iscritti. Nonostante il responsabile d’istituto abbia appoggiato la manifestazione di oggi e tutte le attività connesse al fine di trovare una soluzione al problema, molti dei nostri compagni di scuola hanno preferito restare a casa a dormire o andare a lezione. Speriamo che si attivino e si uniscano a noi perché la situazione è critica e bisogna rimediare al più presto”.