Angiolino è la quarta persona senza dimora di questa città a morire in meno di quattro anni.
TERMOLI – Se n’è andato Angiolino. Era stato uno dei primi che avevamo conosciuto andando in stazione. Uno degli “storici”. Quasi vent’anni di vita in strada. Vent’anni che hanno segnato irrimediabilmente il suo corpo e il suo spirito. A volte non ci parlava per mesi, ci riattaccava il telefono in faccia quando non otteneva le risposte che voleva. E le risposte che voleva purtroppo Angiolino non le ha quasi mai avute. Ma chiedergli e dargli fiducia, e costruirla poco a poco insieme, è stata una delle esperienze più belle di questi anni
Angiolino è morto senza una casa, senza un posto che potesse chiamare suo, senza una porta da chiudersi alle spalle dentro cui custodire debolezze e intimità, senza un cassetto dove riporre le sue cose più care, senza un muro a cui appendere una foto.
Angiolino è morto senza una casa, nonostante negli ultimi tempi chiedesse incessantemente di aiutarlo a trovare un appartamento dove vivere da solo, come da tempo viveva, pagando regolarmente un affitto ragionevole. Non siamo riusciti a trovarlo.
Angiolino anche nei momenti acuti della sua malattia è stato costretto a dormire per alcuni periodi in strada, o a pagarsi un b&b, per l’ottusità di chi pensa che il tetto non è un diritto ma qualcosa da meritarsi.
Angiolino è la quarta persona senza dimora di questa città a morire in meno di quattro anni. Angelo, Roberto, Emil, e adesso lui. Quattro persone, quattro morti, è una enormità in una città come Termoli, che quando vuole sa essere fredda, indifferente, escludente.
Quando si muore, si muore soli. Ma se il ricordo resta nelle persone che ti vogliono bene, resta un po’ di te anche qui. Ricorderemo la tua simpatia, le tue battute, la tua “buonanotte” in arabo (avevi lavorato per anni in Libia), gli aneddoti, e i “vattenaffanculo”, le tue occhiate storte e le tue risate luminose.
Ciao Angiolì. Mannaggia a te!
La città invisibile/ Termoli