TERMOLI _ Nel vasto panorama dell’associazionismo ispirato al volontariato si aggiunge un’ultima neonata ONLUS denominata “IKTUS”. Espressione dal sapore amaro e soprattutto dalle rievocazioni spettrali se si pensa alla menomazione fisica che provoca o addirittura alla morte che può causare. Evidentemente nulla di tutto questo, ma vuole semplicemente essere un tentativo della presentazione dell’acronimo greco che tradotto letteralmente significa pesce ma le iniziali fanno riferimento al CRISTO. Significano: Cristo Figlio di Dio Salvatore. Legata alla parrocchia san Timoteo, ove ha la sua domiciliazione giuridica, ha anche vita indipendente in quanto dotata di uno STATUTO autonomo.

Costituita Lunedì 23 aprile 2012 è un’ASSOCIAZIONE ONLUS che si prefigge tante idee progettuali, assistenziali, culturali, sociali, religiose, ricreative e pedagogiche. Per ora ci fanno parte i soci fondatori che al loro interno hanno eletto il Direttivo costituito dal Presidente, vice Presidente, Segretario, dal Tesoriere e da un membro dell’Assemblea, ma è aperta ad altre ulteriori ed auspicabili iscrizioni per permetterle di essere presente nel territorio ed esercitare tutto il volontariato che si propone.

Anticamente i primi cristiani non potendo professare apertamente la loro fede in Cristo risorto, per identificarsi erano soliti tracciare un segno concavo, se coloro che lo vedevano erano anch’essi cristiani lo completavano con un segno confesso contrario ed opposto al primo tanto che messi insieme formavano il disegno di un pesce. Questo voleva dire che erano entrambi cristiani. Nella società odierna ci sono tante criticità, la povertà, non solo economica, ne è una, ma poi vi è quella ontologica, pedagogica. Vi è l’handicap fisico e psichico.

Tutte queste sono delle realtà che lasciano il loro segno. L’Associazione vuole essere la risposta a questo segno deficitario con uno opposto ispirato alla solidarietà e alla fraternità. Tanto da formare proprio come i primi cristiani il disegno del pesce che indica il Cristo. “Quello che avrete fatto al più povero di questi miei fratelli l’avrete fatto a me”. “Ogni volta che si ascolta, si soccorre, si condivide, se ispirati ai valori dell’amore fraterno e gratuito, si pongono i segni di Cristo nelle ferite del quotidiano, nelle lacerazioni degli animi, e nelle lotte per vivere. Perché come diceva don Oreste Benzi: “Siate testimoni dell’amore e non funzionari della carità”.

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