La seconda decisione, questa non solo inspiegabile ma anche problematica, è costituita dalla cosiddetta aggregazione all’I.T.C. “L.Pilla” della Scuola Media D’Ovidio di Campobasso. In via del tutto preliminare, va detto che a monte del procedimento sul dimensionamento scolastico 2009/2010, sempre la Regione, con atto di Giunta n. 1111/08, formulava indirizzi alle Province affinchè, nelle more di conversione del Decreto Legge 154/08, intervenissero “sugli aspetti strettamente indispensabili alla corretta gestione delle situazioni esistenti, al fine di non indurre maggiore disorientamento ed incertezza nel sistema scolastico del Molise”. Ritengo, in fin dei conti, che tutti abbiano rispettato tali indicazioni: le due Province, i Sindaci,la Dirigenza scolastica. Tranne la Regione Molise. Non voglio qui tanto sottolineare le incongruenze che sono presenti nella prima, contraddittoria, decisione. Ciò per evitare di cadere nella trappola del localismo da cui, per serenità di giudizio, è sempre bene fuggire.
Tra l’altro, quella decisione può pure trovare in altri organismi motivi di essere eccepita ovvero impugnata davanti agli organi giurisdizionali. Ovviamente, per ottenere esiti in linea con quelli già conseguiti da Trivento. Sulla “Questione Pilla”, invece, ritengo di evidenziare tutto il mio disappunto, accompagnato dalla profonda amarezza per il pronunciamento di aggregazione adottato dalla Regione Molise con la D’Ovidio di Campobasso e le scuole di Castellino del Biferno. Attenzione! La “F.D’Ovidio”, con l’unificazione di Castellino avrebbe salvaguardato ugualmente la propria autonomia. Non vi era alcuna necessità di estendere l’aggregazione, quindi, anche al “Pilla”. Di aggregazione, peraltro, nella fattispecie, non si potrebbe nemmeno parlare giacchè non ne ricorrono i presupposti giuridici.
Il D.P.R. 233/98, infatti, prevede che, qualora le singole scuole non raggiungano gli indici di riferimento minimi, siano unificate orizzontalmente con le scuole dello stesso grado comprese nel medesimo ambito territoriale, mentre la verticalizzazione è prevista, solo in caso di scuole che non raggiungono, da sole od unificate, con scuole dello stesso grado, dimensioni ottimali nel medesimo ambito territoriale. Questo ed altri elementi di illegittimità presenti nella decisione regionale non esauriscono, tuttavia, il disorientamento del mondo della scuola che pure la delibera di Giunta intenzionalmente voleva evitare.
Ciò che crea amarezza, dicevo, è il fatto che la Regione Molise, violando le norme e contraddicendo se stessa, abbia cancellato in un solo colpo identità storica e funzione culturale dell’I.T.C. “L.Pilla”, che fu istituito nel 1919 dal Consiglio Provinciale di Campobasso, inaugurato nel 1931, e che ha vissuto una storia di grande prestigio, formando diverse generazioni di valenti professionisti e diventando, insieme al Mario Pagano, simbolo della città ed espressione di radicamento dell’insieme del territorio.
Il Pilla, come aveva proposto la Conferenza Provinciale, quindi, poteva e doveva essere salvaguardato ricorrendo all’istituto della deroga, come è contemplato dalla norma vigente. Tra l’altro, non va sottaciuto che la sua attuale dimensione non è molto distante dalla soglia minima prevista dalla legge e che, nell’attività di riforma che si va delineando all’orizzonte, le scuole tecniche assumeranno un ruolo di maggior rilievo a fronte degli altri indirizzi. Ciò non è stato fatto. E’ un errore grave che produrrà danni notevoli. Se simili decisioni sulle scuole cominciano a colpire la città capoluogo, come sta accadendo per la sanità, che ne sarà del Molise?
Nicola D’Ascanio, Presidente della Provincia di Campobasso