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ComitatiTermoliTERMOLI – Nell’incontro avvenuto in data 9 maggio i rappresentanti dei comitati referendari si sono trovati di fronte non a un primo cittadino, ma a un avvocato che si è trincerato dietro cavilli tecnico-burocratici. Ci sentiamo pertanto in dovere di rendere partecipi tutti i cittadini di un atteggiamento che, per usare un eufemismo, si conferma ancora una volta sordo e ostile. Non possiamo tacere di fronte alle dichiarazioni rilasciate dall’avvocato Angelo Sbrocca durante il confronto: “Il referendum territoriale è giuridicamente anomalo e non ha nessun potere di modificare atti amministrativi o addirittura un procedimento in corso, a maggior ragione se si tratta di un referendum consultivo”, parole che negano ogni valore a quella che a tutt’oggi è la forma di democrazia diretta più alta di cui i cittadini possono disporre.

Il Sindaco ha proseguito affermando che “ho fatto fare inoltre delle stime dalla struttura comunale e (il referendum, ndr) costerebbe alla città 180mila euro”. Una dichiarazione già usata durante un confronto televisivo, una giustificazione strumentale, in quanto l’amministrazione Sbrocca, nel momento del suo insediamento, non solo doveva istituire la commissione referendaria, ma prevederne il costo nel bilancio comunale. La democrazia ha il suo prezzo e se proprio il Sindaco vuole essere così attento alle finanze comunali potrebbe ancora fare in modo di accorpare il referendum cittadino con quello nazionale sulla riforma costituzionale.

Le nostre istanze erano chiare e semplici: la concessione della sala consigliare per un dibattito cittadino sui referendum; portare in Consiglio comunale la richiesta di blocco dell’iter amministrativo della realizzazione del tunnel di via Roma sottoscritto attraverso la petizione popolare da migliaia di cittadini; di rendersi finalmente disponibili ad un confronto pubblico (da concordare luogo e organizzazione) con i comitati referendari sui quesiti referendari. Sulle prime due istanze abbiamo ricevuto due categorici No, mentre sull’incontro pubblico si è reso disponibile, ma solo ad aggiudicazione avvenuta, svuotando di fatto il confronto di qualsiasi significato.

Alla prima richiesta ha risposto affermando che si tratta di una questione di competenza esclusiva del presidente del Consiglio comunale e di fronte alle nostra corretta interpretazione dell’articolo 25 del regolamento comunale, che è quella di non poter negare la sala a dei coordinamenti referendari, è rimasto silente. Sul secondo punto, ha volutamente confuso la richiesta di blocco dell’iter amministrativo sottoscritta da circa 3mila elettori con la procedura che obbliga la Giunta comunale a sottoporre il progetto del tunnel all’approvazione del Consiglio. svuotando di fatto il confronto di qualsiasi significato.

Denunciamo inoltre la totale indifferenza verso le tremila firme raccolte in supporto alla petizione popolare: il Sindaco le ha ridicolizzate, perché a suo dire non hanno alcun valore rispetto al corpo elettorale, sminuendo in questo modo anche l’istituto della petizione popolare normato dal Comune di Termoli. Ricordiamo all’avvocato Angelo Sbrocca i “numeri” delle primarie del suo partito, che gli hanno consentito di candidarsi a sindaco: neanche 2mila gli elettori che hanno partecipato alla consultazione del Partito Democratico, “inquinata” tra l’altro dai voti del centrodestra. E ora viene a dire all’intera città che tremila firme non hanno alcuna dignità rappresentativa?
In ultimo, la nota più dolente e stonata: il primo cittadino, ha paventato ancora una volta la leggenda delle strumentalizzazioni: un’offesa gravissima, non tanto per i rappresentanti dei comitati, quanto per le migliaia di cittadini che hanno dato vita con le loro firme e il loro sostegno agli strumenti della democrazia partecipata nella città di Termoli.

Comitato referendario “Termoli Decide”
Comitato referendario “partecipaTErmoli”
Promotori petizione popolare
Assemblea generale referendari e
tutte le associazioni aderenti al referendum
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