Relazione finale del garante del dibattito pubblico.
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MacTe: Relazione finale Dibattito Pubblico (galleria Foto)
TERMOLI – Al MacTe, questa sera si è recitato ad “oggetto”, alla presenza  di circa una trentina di “comparse”, composti per lo più dall’entourage comunale, tecnici e simpatizzanti, il garante Marco Olivetti ha “letto”, per quasi più di un’ora, una lunga relazione sui risultati finali dei workshop del Dibattito Pubblico sul famigerato “Buco” che dovrebbe realizzarsi al centro della città.

La premessa del garante è  partita in prima battuta, e c’era d’aspettarselo, sulla richiesta dell’uso del referendum per la cosiddetta “Alternativa Zero” di una buona parte della cittadinanza e su cui il professore Marco Olivetti mette in guardia sul suo utilizzo:”Sopratutto nell’esperienza italiana, che dopo quella della Svizzera, è l’ordinamento che più utilizza il referendum, per colmare il divario tra cittadini e rappresentanti, è indubbio che le sue potenzialità siano notevoli, ma ad una condizioni ben precisa, innanzitutto di svilupparsi nel rigoroso rispetto delle procedure e delle norme che lo regolano, fuori dalle procedure delle norme non c’è alcuna volontà popolare. Il rischio dell’uso del Referendum in molti contesti è di non servire a ciò per cui è  istituito, cioè per decidere sulla questione, ma per accentuare quel distacco tra governanti e governati, per colmare il quale esso viene utilizzato. Quindi di poter essere utilizzato esattamente al contrario della funzione per cui è istituito, non come ponte tra governanti e governati, ma come tecnica che esaspera la sfiducia e si sostituisce alle elezioni”.
 
Quindi, dopo la premessa sul merito dei referendum il garante è passato ad illustrare il risultato delle analisi dei workshop: “Dall’analisi delle insieme delle evidenze mi sembra di poter affermare che l’opera proposta incontra sia alcune resistenze complessive da parte della cittadinanza, sia un interesse per le novità che essa può portare al contesto urbano. Ciò rende necessario un dialogo tra l’amministrazione e la cittadinanza che dovrà proseguire oltre la fase del dibattito pubblico, puntando su un’opera di “persuasione”, lo metto tra virgolette, perché non sia intesa come un’opera di manipolazione, ma nel senso nobile di questo termine. A mio avviso – continua il garante –  anche in questo spirito dialogico, l’amministrazione comunale dovrebbe considerare la cosiddetta alternativa zero, se non altro al fine di spiegare di nuovo alla cittadinanza termolese i motivi forti, che nell’esercizio delle responsabilità di governo della città che gli elettori gli hanno attribuito, che in base alla costituzione le spettano in nome e per conto di tutti i cittadini, essa ritiene che la realizzazione dell’opera porti un valore aggiunto ala vita della città. Tuttavia mi pare di dover escludere che dal dibattito emerga un’indicazione chiara in favore dell’alternativa zero, se non altro per il semplice fatto che la maggioranza dei sostenitori di essa hanno liberamente, e anche legittimamente, scelto di non partecipare a questo esercizio di sperimentazione democratica”.
 
Le conclusioni finali a cui è giunto Marco Olivetti, in qualità del garante di questo Dibattito Pubblico, si possono sintetizzare in queste quattro linee d’intervento da proporre all’amministrazione comunale e all’impresa: 

1. di chiedere all’amministrazione comunale e alla ditta De Fancesco di mettere a disposizione nell’ambito del progetto uno spazio per realizzare un Urban Center per Termoli, tale ufficio sarebbe un luogo deputato a informare i cittadini sul progetto Termoli 2020  e sul suo sviluppo, ma anche sui successivi progetti che il Comune attiverà per continuare a far crescere Termoli oltre il 2020;
2. la nomina di un comitato di controllo cittadino sull’esecuzione dei lavori, si tratterebbe un gruppo di monitoraggio, composto da singoli cittadini e da rappresentanti di associazioni che avrebbe il compito di seguire e controllare tutte le fasi esecutive di cantiere e di realizzazione del progetto. Occorrerebbe poi valutare se possa poi estendere la sua attività di monitoraggio nella gestione dell’opera dopo la sua realizzazione;
3. attenta riflessione per il nuovo Auditorium, come spazio culturale centrale della città, che dovrebbe essere realizzato su pozzo dolce, dovrebbe essere configurato come terzo pilastro del progetto, oltre al parcheggio e al tunnel. Allo stato attuale del progetto molte scelte sulle funzioni dell’auditorium appaiono ancora indeterminate e sono rimandate ad una fase successiva. In questa prospettiva vanno ricordate le proposte emerse nel dibattito che suggeriscono di ampliare la capienza dell’auditorium anche rinunciando alla realizzazione di un ristorante, attualmente previsto dal progetto al disotto dell’auditorium stesso al fine di rendere la struttura idonea  ad ospitare eventi di maggior rilievo:
4. particolare cura nella fase di realizzazione del cantiere volti a ridurre l’impatto sulla città.

Insomma, l’oggetto della relazione di questa sera è stata quella di quattro linee d’intervento con “zero alternative”, a suffragio della bontà dell’opera, con la proposta dominus di una“comunicazione di massa” per orientare la volontà popolare, forse con la solita arma subdola della persuasione propagandistica?

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Tony Cericola
Web designer, videomaker, editore, copywriter e blogger. Da quando è nata internet mi occupo di costruire strategie digitali per le aziende. Il mio lavoro consiste nel trovare un punto di contatto creativo tra il mondo digitale, dei social media e gli obiettivi dell’azienda, costruendo un piano strategico ed editoriale. È importante individuare gli strumenti giusti, il budget e i canali media a disposizione per non disperdere le energie.