
I giudici hanno condannato a 7 anni di reclusione Mauro Giorgetta e ad altri 7 anni il fratello Alessandro. I due, titolari della lavanderia industriale “Gilda” del nucleo industriale di Termoli, finirono nella “rete” delle Fiamme Gialle della città a seguito di mesi e mesi di indagini. Nell’ambito del blitz dei finanzieri di Corso Fratelli Brigida furono arrestati.
Mauro Giorgetta fu fermato in un secondo momento dopo 4 mesi di latitanza in cui aveva cercato più volte la fuga. Altra condanna sempre a 7 anni di reclusione per il ragioniere della “banda” truffaldina, Giorgio Scica, considerato tra le “menti” dell’organizzazione malavitosa. Complessivamente sono 21 gli anni di reclusione inflitti dai giudici frentani sul “capo” dei tre dei 33 imputati. Le accuse a loro carico sono di associazione a delinquere.
Per quanto riguarda gli altri capi di imputazione che vanno dalla truffa, all’appropriazione indebita al falso in bilancio, i tre sono stati assolti a seguito della prescrizione. Non luogo a procedere anche per gli altri 30 imputati “salvati” dall’intervenuta prescrizione dei reati. I finanzieri di Corso Fratelli Brigida fecero scattare l’inchiesta nel 2002 dopo una serie di segnalazioni culminate con 4 arresti su ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip di Larino che portarono in carcere una serie di personaggi in vista di Termoli tra i quali i due fratelli Giorgetta. Con loro imprenditori, professionisti bene addentrati nel mondo della finanza.
I capi del clan, ideatori dell’enorme giro truffaldino orchestrato grazie alla costituzione di società occulte situate nelle regioni dell’Obiettivo 1 impegnate nella preparazione di documentazione e fatturazioni fasulle, erano riusciti a mettere le mani su 75 miliardi di vecchie lire erogati come contributi statali previsti dalla legge 488/92 di cui 37 miliardi di vecchie lire già liquidati agli interessati. Cifre da capogiro a cui si aggiungono altrettante somme legate all’evasione dell’Iva ed al danno erariale.