m5stelleTermoliTERMOLI – Mentre un intero Consiglio comunale, in pompa magna, alla presenza di tutti gli organi di stampa e di un nutrito gruppo di cittadini, impiega ore in interventi, dibattiti e qualche protesta per stabilire se revocare o meno la cittadinanza onoraria conferita nel 1924 ad un personaggio deceduto 70 anni fa, in una stanza del palazzo, molto meno visibile e decisamente meno accessibile ai più, un ristrettissimo numero di persone, che si possono contare sulle dita di una sola mano, approva il progetto preliminare di quella che potrebbe essere la più eclatante delle opere pubbliche che la nostra città abbia conosciuto: un tunnel di collegamento tra il porto ed il lungomare nord di Termoli. 

 
Tutto nasce ai tempi della Giunta Greco con le “10 idee per Termoli” che, più che progetti, erano disegni proponenti dei concetti urbanistici per una possibile idea di rigenerazione urbana diffusa in altrettanti luoghi della nostra città. Ma tutto si fermò a questo, le tavole finirono in un cassetto per tutto il periodo dell’ amministrazione di Brino per poi rivedere la luce con la nuova amministrazione Greco, quella attuale.
Ed è così che l’ideatore delle 10 idee, Ing. Matteo Caruso, viene prima nominato dirigente del settore Lavori Pubblici e poi,  il 17 Marzo 2015, con delibera di Giunta n.50, incaricato  “di procedere rapidamente alla redazione del progetto preliminare di tipo prestazionale, per la realizzazione del collegamento sotterraneo tra il porto e il lungomare Cristoforo Colombo”, viene nominato “anche responsabile unico del procedimento per l’intervento” con la facoltà di  “avvalersi, eventualmente, anche di personale esterno  per lo svolgimento dei compiti di supporto alla progettazione e delle attività accessorie specialistiche tecnico amministrative, comunque connesse alla progettazione”

Circa tre mesi dopo, con delibera di Giunta n.161 del 25 Giugno 2015, il Sindaco Sbrocca, alla presenza di tutti gli Assessori comunali (eccezion fatta proprio per quello all’urbanistica) decidono di approvare il progetto preliminare redatto dal responsabile Ing. Caruso per la “realizzazione del tunnel di raccordo stradale tra il porto di Termoli e il lungomare Cristoforo Colombo”. La prima novità che balza lampante agli occhi è la corposa variazione dell’importo della spesa pubblica destinata alla realizzazione dell’opera: si passa infatti dai famosi €5.000.000 ad oltre €11.125.000, oltre il 120% in più!

Ricordando che solo l’importo iniziale di €5.000.000 è costituito da un contributo pubblico a carico del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2007-2013, assegnato dalla Regione Molise (sui quali ci siamo già espressi), ci si domanda: “i restanti €6.125.000 chi li finanzia?”
La risposta è presto data dalla stessa delibera in esame: “la spesa per l’esecuzione dell’intervento […] è cofinanziata a saldo con risorse comunali“.
Ma vediamo come saranno spesi i soldi dei contribuenti termolesi ovvero cosa comporta l’opera in questione e come è fatta.
Si tratta della realizzazione di un collegamento stradale che parte dall’area portuale antistante il mercato ittico e percorre quindi (in sotterranea) via Aubry, via Roma, Piazza Sant’Antonio per riallacciarsi in fine a via C. Colombo all’altezza del Lido Anna. 

La lunghezza complessiva del tracciato è di circa 373 metri di cui circa 313 metri si sviluppano in galleria. L’imbocco (via Marinai d’Italia) e l’uscita (Lido Anna) sono realizzati mediante “galleria artificiale”, ovvero a sezione rettangolare, con un’altezza, dal piano viario all’intradosso della copertura, variabile da 5,50 m a 7,40 m. Il tratto intermedio (via Aubry, via Roma, Piazza S.Antonio), è realizzato mediante “galleria naturale” vale a dire con la tipica  sezione a calotta semicircolare con un’altezza massima in asse pari a 7,40 m. Saranno realizzate quindi due corsie, una per ogni senso di marcia, con marciapiedi laterali, per una larghezza complessiva della carreggiata di 10 metri. Infine, subito dopo lo sbocco del tunnel, all’altezza dell’attuale Lido Anna,  in corrispondenza dell’intersezione con la salita di via Mario Milano è prevista la realizzazione di una rotonda che costituirà l’ingresso e l’uscita al parcheggio interrato in corrispondenza di Piazza S. Antonio, elemento centrale del disegno più generale in cui si colloca l’opera.

planimetria tunnel2Come si evince, il tracciato della galleria si districa in maniera piuttosto “ingombrante” tra le proiezioni degli edifici presenti tra via Roma e via Aubry. In particolare all’altezza del’imbocco tra la Torretta e palazzo Crema le distanze risultano alquanto proibitive; la sensazione è quella che lo scavo, di almeno 11 metri di diametro ed estremamente superficiale, possa arrecare danni strutturali, quali cedimenti e lesioni, ai complessi di edifici di grande pregio storico-architettonico (vedi ex-cinema Adriatico o Torretta Belvedere) ubicati in superficie,  i quali presentano fondazioni superficiali in muratura portante in forte prossimità del fronte di scavo,  oltre al potenziale rischio di danno alle mura di cinta in prossimità della Torretta Belvedere.

A tal riguardo ci viene incontro lo studio geologico…o almeno dovrebbe. Con determine dirigenziali entrambe del 15 Maggio 2015 vengono incaricati il Dott. Geol. Vincenzo Marra “per l’attività di supporto e di collaborazione finalizzata alla predisposizione della documentazione di indagine geofisica, propedeutica alla redazione del progetto preliminare” (€2500) e il Dott. Geol. Carmine Marinaro per la “predisposizione della documentazione di indagine geologica” (€1500). Seppur le indagini geofisiche siano state eseguite su via Roma l’11 Marzo (2 mesi prima della delibera), nella relazione geologica allegata al progetto, dei risultati delle  prove a rifrazione non vi è traccia. Lo studio si limita esclusivamente a riportare i risultati di due carotaggi eseguiti nel Giugno del 2004 e relativi alla microzonazione sismica del Territorio di Termoli redatta dalla Regione Molise (scaricabili on-line) ed entrambi eseguiti in piazza S.Antonio che quindi nulla ci dicono relativamente a via Aubry e via Roma dove è ipotizzabile una composizione stratigrafica diversa da quella relativa ai punti campionati. Inoltre lo studio manca di conclusioni e prescrizioni circa la compatibilità tra le caratteristiche geotecniche del sito e l’opera da realizzare. Tuttavia è riscontrabile il dato relativo allapresenza di falda ad una profondità di 12,2 metri dal piano campagna di piazza Sant’Antonio in corrispondenza del tracciato e, considerato che approssimativamente , in quel tratto, la galleria si trova ad una profondità che va da 8 a 16 metri, sembrerebbe che la falda sarà intercettata dallo scavo; se così fosse, il cantiere si troverebbe in una delle peggiori condizioni geotecniche in assoluto per la realizzazione di un tunnel.

Una relazione che invece dice molto è quella archeologica (a cura della Dott.ssa Lidia Di Giandomenico) della quale se ne consiglia la lettura a tutti i cittadini termolesi e non solo e soprattutto a tutti coloro, anche tra gli amministratori, che ritengono non invasiva l’opera sotterranea.  Ciò che emerge dallo studio è che il circuito murario del borgo antico (antecedente al 1240) ha certamente subito danni e successive risistemazioni nel 1456 e, per i secoli a seguire, ed in particolar modo nel XIX secolo, il borgo e le mura sono state oggetto di importanti sistemazioni e modifiche infrastrutturali. Si sottolinea la grande rilevanza storico-architettonica della Torretta Belvedere di via Aubry che affiancava una vecchio accesso ottocentesco alla citta, l’interramento del “Canale Portiglione”,  la presenza di una “torretta gemella” scomparsa nell’800 e l’ipotesi che i resti siano tutt’ora interrati infatti “nel 1916 durante i lavori per la strada, sono emerse tracce di una torre a pianta circolare che sarebbe stata obliterata ed oggi conservata ad una profondità di 2m dall’attuale piano di calpestio” . 

Le conclusioni affermano che “l’area in oggetto sia di notevole interesse e rischio archeologico soprattutto nel tratto tra via Aubry e via Roma” e che “non si esclude la possibile presenza di tracce antiche al di sotto di Piazza Sant’Antonio” dove la presenza di vasi funerari e di tre tombe a fossa “rimanda ad un contesto funerario molto antico  […] risalente all’epoca arcaica o comunque preromana”

In altre parole, dall’inizio alla fine del tratto di sottosuolo interessato del tunnel, si cela qualche millennio di storia termolese. Quindi se è vero che la progettazione di un’ opera  deve necessariamente essere preceduta da studi preliminari volti ad accertare la reale fattibilità e sostenibilità della stessa, il progetto preliminare in questione ha portato al risultato diametralmente opposto. L’opera è di dubbia fattibilità. Alla luce di quanto esposto, appurato che non esiste uno studio del traffico nè un’opportuna analisi  costi/benefici che giustifichi tale opera che di fattibile ha solo le consulenze, si domanda al Sindaco se ritiene ancora opportuno acconsentire ad un tale impiego di fondi pubblici, procedendo, a suon di delibere di Giunta, nell’iter progettuale.

Movimento 5 Stelle di Termoli 

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