La pesca italiana, precisa l’Alleanza, in dieci anni ha visto peggiorare tutte le principali variabile macroeconomiche di settore: -48,84% della produttività; -28% della flotta da pesca; -31% dei ricavi. La piattaforma di proposte per far ripartire il settore, messa a punto dall’Alleanza, fa perno su una rinnovata modalità di confronto con la categoria e le associazioni che le rappresentano.
Nello specifico, l’Alleanza ha chiesto: piena attuazione degli strumenti di sostegno alle imprese previsti dal Programma triennale; l’istituzione di un “Fondo per l’ecologia ittica” presso il Ministero dell’Ambiente; no all’aumento della pressione fiscale nella pesca; il rafforzamento delle convenzioni tra pubblica amministrazione e associazioni; migliore gestione dei fondi comunitari per evitare il disimpegno delle risorse; irrobustire la parte pesca nel “collegato agricolo” e rafforzare gli interventi per gli ammortizzatori sociali; il riconoscimento di una rappresentanza di settore forte; la ricostituzione della Commissione consultiva centrale pesca e acquacoltura, quale strumento e sede di confronto partecipato tra le istituzioni e le rappresentanze economiche e sociali.
Proposta quest’ultima che è stata condivisa dal direttore generale pesca e acquacoltura Mipaaf, Riccardo Rigillo. Ai lavori ha preso parte, tra gli altri, anche l’onorevole Laura Venitelli che ha sottolineato la necessità di dare maggiore attenzione al settore, ipotizzando anche come possibile strumento “campolibero”, il piano di azione per l’agroalimentare voluto dal Mipaaf, che a breve dovrebbe essere presentato al Consiglio dei Ministri.