TERMOLI – Il consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Cimino in “pole position” oggi a Roma alla mobilitazione dei giornalisti precari e freelance. “Il lavoro si paga e l’informazione ha un costo” è lo slogan della manifestazione, partita dalla sede della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana, il sindacato unitario dei giornalisti del Belpaese), alla quale hanno preso parte coloro che fanno dell’informazione il proprio sostentamento di vita.

La protesta è scaturita dall’”accordo” tra la Fnsi e la Fieg (Federazione italiana editori di giornali), che fissa a poco più di 20 euro la retribuzione per un articolo su un quotidiano, sovvertendo l’accordo sull’equo compenso (legge 233 del 2012), che aveva stabilito la “corresponsione di una remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione, nonché della coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria, in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato”.

Sono sceso in piazza a Roma – ha detto Cimino –, non solo per difendere la nostra categoria, ma per tutelare il diritto di tutti i cittadini a essere informati. Non è una lotta corporativa, ma una battaglia per la democrazia nel nostro Paese. Come si fa a fare informazione con 250 euro al mese, oppure a 3 euro al pezzo? Chi ha approvato quell’accordo ha cristallizzato il precariato tra i giornalisti in Italia, legalizzando lo sfruttamento. Non esiste un sindacato che difende i diritti dei giornalisti, anche perché se svolgesse appieno il suo compito sarebbe dovuto intervenire e non accettare passivamente questa intesa. Chi è in piazza oggi chiede le dimissioni di chi ha la funzione di difendere gli interessi dei colleghi, ma non ha fatto nulla per tutela degli stessi”.

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