LARINO _ Un pubblico numeroso ed attento ha riempito la sala conferenza de “Il Melograno” per seguire la presentazione del libro “Carolina dice: Da qui si vede il mondo!”, pensato e realizzato da Flora Dressadore la destinataria, in questi anni, delle poesie scritte da Pasquale Di Lena. Con Flora e Pasquale e la scrittrice e poetessa Brumilde Neroni, c’erano Carolina, la bimba che dato il nome alla raccolta e altre due bellissime sue coetanee, Martina e Arianna, che, davvero brave, hanno recitato, con grande capacità, alcune delle poesie, dando alla presentazione una nota di freschezza e di intensa emozione. Flora ha raccontato le ragioni del suo impegno di mettere insieme le poesie, per poi consegnarle nelle mani di un editore molisano, Arti Grafiche La Regione di Campobasso, con il titolo che Carolina, la bambina nata in Italia da genitori ucraini, ha ispirato in un giorno di ottobre, in occasione della raccolta delle olive a “La Casa del Vento” sopra il Monte che domina Larino.

Pasquale Di Lena, noto come cultore e promotore di vino e di olio, gastronomia e turismo, amministratore regionale, non è nuovo alla poesia, soprattutto dialettale, avendo pubblicato un libro di successo nel 1988, “U’ penziere”. Animatore dell’incontro ha dato, in questa sua veste, la parola alla presentatrice del libro Brumilde Neroni, la italianista e orientalista, ricercatrice presso l’Università di Padova, che ha tradotto direttamente dal bengali e dal sanscrito, i grandi poeti indiani dopo aver curato le opere di Tagore, il sommo poeta. La scrittrice ha detto di aver provato “gioia” nella lettura delle poesie di Pasquale Di Lena e di aver trovato “la lingua della natura … in questa raccolta, per la verità e la qualità di quanto (Di Lena) propone, certezza di emozioni e sentimenti … dove tutto diventa sogno ….. tutto è volo, voce, carezza e diventa canto”.

L’ha definita “la poesia dello sguardo …. dove è contenuta tutta la profonda saggezza dei valori che il poeta non ha mai abbandonato, ma sempre valorizzato”. Ha poi letto alcune delle poesie che più l’hanno colpita, in particolare “Canto”, una dedica toccante alla terra, alla madre, alla donna. Una poesia è stata letta anche dalla giovane poetessa larinese, Carolina Mastrogiuseppe, che ha già all’attivo la pubblicazione di uno stupendo libro di poesie “Tracce di me”, che ha avuto subito un particolare successo. Di Lena, dopo aver ricordato il lavoro ed il contributo dato alla realizzazione del libro da Beatrice Licheri, Anna, Pietro e Mattia, si è soffermato sul commento scritto da Giorgia Cecchinato, filosofa ricercatrice, oggi titolare di Cattedra all’Università di Belo Horizonte in Brasile.

Dopo aver rinnovato i suoi sentimenti di gratitudine a tutti i presenti, ha salutato il pubblico con la lettura della poesia “Genevieve” dedicata a una sua cara amica francese morta prematuramente in un incidente stradale. Una poesia che parla di meridioni con “il sud ha le stesse lune/ gli stessi soli/ che io mi porto dentro come tana/ di animale affamato/ che non si sente mai sicuro”. Un bel pomeriggio, quello successivo ai festeggiamenti del patrono di Larino, S. Pardo, all’insegna della poesia che, come si sa, è l’unica in grado di capire la realtà che viviamo e di cambiarla avendo sempre lo sguardo rivolto verso il futuro.

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