A parere della delegata Anci “più risorse per la coesione significherebbero per l’Italia una possibilità concreta di uscire dalla crisi con un rilancio strutturale, in particolare con una prospettiva sulle infrastrutture per le amministrazioni locali”.
Il secondo aspetto su cui i Comuni devono puntare è di individuare nell’asse urbano, e nella sua riserva di indirizzo, una priorità assoluta. “Tale riserva va incrementata. E soprattutto va ulteriormente sperimentato uno strumento di governance che possa vedere i Comuni come attori principali”, osserva Fanelli. L’idea è quella di “una forma di sovvenzione globale che potremmo anticipare anche da adesso sull’attuale ciclo di programmazione”. Infine, la questione della condizionalità, con la possibile introduzione di una clausola automatica che blocca l’utilizzo dei fondi Ue nel caso di sforamento del patto di stabilità. “Siamo assolutamente contrari a questa ipotesi, che rischia di innescare una spirale economica negativa per chi non riesce a rispettare tale condizione. Peraltro- rileva la delegata alle politiche Ue – si finirebbe per punire enti locali che, senza contribuire al deficit dello Stato, si vedrebbero tagliare le risorse utilizzabili”.
Tuttavia lo scenario in cui si muove il nostro Paese non è rassicurante: l’Italia è terz’ultima in Europa nella spesa dei fondi comunitari, con una percentuale di utilizzo ferma al 12% a cinque anni dall’inizio del ciclo di programmazione. “In queste condizioni è difficile portare avanti le nostre richieste: siamo molto preoccupati, anche se il ministro Fitto ha lanciato segnali rassicuranti”, ammette Fanelli. Come uscirne quindi? Per la delegata Anci “serve una fortissima accelerazione da parte di Stato e Regioni nell’utilizzo dei fondi comunitari”, ma anche “una forte coerenza con gli strumenti interni che finanziano sviluppo, dal Fas agli altri strumenti di rilancio di politiche industriali e territoriali. Su questo punto il commissario Hahn è stato molto chiaro – conclude Fanelli-: senza tale coerenza non si riesce ad uscire da una simile situazione di impasse”.