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Paolo Di Laura Frattura
CAMPOBASSO _ “Tagliare i servizi, chiudere le strutture. Metodi drastici ma fin troppo semplici quelli pianificati dalla struttura commissariale nata con l’obiettivo di risolvere concretamente la vera emergenza del Molise, quella legata alla Sanità. Metodi che cozzano fragorosamente con le leggi dello Stato e con la tutela del bene salute. Lo stop al piano di razionalizzazione che il Tar ha inferto di nuovo in queste ore, sentenziando sulla situazione che attanaglia il presidio Vietri di Larino – che segue l’altra sentenza emessa a favore delle ragioni del San Francesco Caracciolo di Agnone -, sottolinea ancora una volta la necessità di mettere in campo altre strategie politiche. Che devono avere respiro lungo e guardare più lontano, in una pianificazione territoriale che è primo passo verso lo sviluppo. Una logica, quella della mannaia dei tagli ai servizi, alle professionalità, alle strutture, che contestiamo e alla quale abbiamo dato, nel nostro programma elettorale, già una risposta concreta. Si sta solo perdendo tempo prezioso, depauperando ancor di più un territorio che soffre: la Sanità in Molise deve ripartire dalle sue strutture sul territorio, deve pensare e realizzare poli sanitari specialistici d’eccellenza e diventare regione attrattiva per servizi, professionalità, strutture”.

Paolo di Laura Frattura commenta così gli esiti del recente pronunciamento del Tar Molise relativamente al nosocomio di Larino e alla sospensiva concessa contro i provvedimenti di riassetto della rete ospedaliera varati nell’estate scorsa dal commissario ad acta per la Sanità Michele Iorio e dai due subcommissari Mastrobuono e Morlacco. Come è noto il Tar, su ricorso proposto dal Comitato civico “Pro Vietri”, ha emesso ordinanza di sospensione dei provvedimenti riservandosi di decidere sulla richiesta di annullamento dei tagli nel prossimo mese di ottobre.

“Il Molise deve uscire da queste secche e può riuscirci puntando con rinnovato interesse a queste stesse strutture che si vogliono eliminare in una logica di prospettiva inesistente. La Sanità molisana può e deve tornare ad essere punto di riferimento dell’utenza, non solo regionale ma anche di altri territori contigui al nostro attraverso la creazione di veri e propri poli specialistici d’eccellenza. Riportare a posto i conti nella disastrata Sanità molisana attraverso una drastica riduzione della mobilità passiva e con il conseguente aumento della mobilità attiva si può fare. E se si persegue sulla strada della politica ottusa dei tagli, la situazione sarà destinata a peggiorare perché i molisani, a frotte, andranno a farsi curare altrove. Si può invertire questa rotta che ci ha portato nel baratro di un deficit spaventoso attraverso un piano serio e rigoroso di riorganizzazione dei servizi, che contempli il potenziamento di quelle strutture che oggi si vorrebbero chiudere attraverso la loro estrema specializzazione con l’utilizzo ottimale di quanto è già esistente. Invece di continuare sul fallimentare percorso intrapreso, il commissario ad acta dovrebbe cominciare ad investire sulle alte ed estremamente qualificate professionalità che i molisani sono in grado di esprimere nella ricerca e nella professione sanitaria. In quest’ottica allora i presidi di Larino, Venafro ed Agnone non vanno sicuramente chiusi ma certamente valorizzati attraverso l’utilizzo di quanto già esistente. Attraverso un’accurata pianificazione strategica tali strutture vanno poi indirizzate verso l’erogazione di particolari cure di altissima specializzazione che il sistema sanitario regionale pubblico, così come organizzato, non è in grado di effettuare. Quattro obiettivi che si possono raggiungere in un solo colpo, quindi: prestazioni sanitarie di qualità elevata, riduzione dei disagi per i pazienti molisani costretti ancora all’esodo per la cura di determinate patologie; sviluppo economico e difesa del tessuto sociale dalla desertificazione”.

Una reale inversione di tendenza quindi nella programmazione e nella strutturazione di una diversa e più attrattiva rete sanitaria che punti a diventare risorsa invece che onere economico, con i conseguenti benefici per il territorio, la popolazione, le professionalità, l’economia regionale. “Gli effetti a cascata sono tutti evidenti, serve il coraggio delle scelte che guardano al domani, quelle che non si fermano alla risoluzione tampone del problema che, di fatto, è destinato a ripresentarsi in forma acuta quando, però, sarà incurabile”.

Paolo di Laura Frattura – Il Molise di Tutti